sabato 31 dicembre 2011

Per fare il diplomatico in Italia devi essere fascista

Se l'Unità non avesse pubblicato la notizia, qualcuno al ministero si sarebbe mai accorto che a rappresentare l'Italia in Giappone c'era un fascista? Personalmente non so come si fa a diventare "diplomatico". Spero si debba fare un concorso. Ma non credo sia così. Probabilmente basta avere una benedizione politica.

Questo è il caso di Mario Vattani per i camerati "Katanga".
Ora l'hanno deferito, speriamo che finisca in galera.
Se non sbaglio l'apologia al fascismo in Italia è ancora reato. O no?


La Farnesina deferisce
il diplomatico fascio-rock

Il console italiano a Osaka inneggia alla Repubblica Sociale, e fa "musica per i camerati". Il ministero degli Esteri prima minimizza poi interviene, il Pd e l'Anpi chiedono spiegazionidi MARCO PASQUA


ROMA - Inneggia alla Repubblica Sociale italiana, celebra squadristi e bandiere nere e ricorda, con orgoglio, le botte date ad un antifascista, all'università. Parole d'odio e di militanza nera, quelle che risuonano nelle canzoni del Katanga, leader del gruppo "Sotto fascia semplice". Uno che ai concerti, promossi da CasaPound, viene accolto con le braccia tese. Cantore fascio-rock e, allo stesso tempo, rappresentante diplomatico italiano all'estero: dietro allo pseudonimo, ben noto sulla scena neofascista italiana, si cela, come ha rivelato l'Unità, Mario Vattani. Ex braccio destro del sindaco Gianni Alemanno (è stato suo "ministro degli Esteri": dal 2008 al 2011 ha ricoperto il ruolo di consigliere diplomatico), figlio del più famoso Umberto, uno dei diplomatici più potenti d'Italia, attualmente ha il compito di rappresentare il nostro Paese in Giappone. Dallo scorso mese di luglio è stato, infatti, promosso console generale d'Italia a Osaka. Ma la Farnesina, presa visione del caso, ha deciso di deferirlo.


http://www.repubblica.it/politica/2011/12/30/news/finisce_in_parlamento_il_diplomatico_fascio-rock-27409228/?ref=HREC1-1 






venerdì 30 dicembre 2011

Di sicuro sappiamo solo che il 2012 sarà peggio del 2011

Alle "rassicurazioni" di Monti, non crede nessuno. Le parole volano. Quel che conta sono i numeri. E i numeri dicono che col governo "dei professori" non è cambiato nulla. Il nostro paese rimane "sotto attacco". Lo spread continua a volare.L'Italia rimane "osservato speciale". Ormai è chiaro a tutti che con questo governo avremo "sacrifici" in cambio di povertà. I ricchi continueranno ad arricchirsi, i poveri continueranno ad impoverirsi.

mercoledì 28 dicembre 2011

Anche alla "locomotiva" d' Europa piace la pensione prima dei 65 anni

Quasi la meta' dei tedeschi va in pensione in anticipo, accontentandosi di un assegno piu' basso. E' quanto emerge dai dati forniti oggi dalla associazione che raccoglie i pensionati tedeschi, secondo cui nel 2010 hanno detto addio al lavoro quasi 674.000 persone, di cui il 47,5 per cento lo ha fatto prima di raggiungere l'eta' pensionabile, pari a 65 anni.

Il dato mostra un netto aumento di questa tipologia: cinque anni fa il numero dei pensionati in anticipo era pari al 41,5 per cento mentre nel 2000 era stato di appena il 14,5 per cento. In caso di pensionamento anticipato, i lavoratori perdono in media 113 euro al mese rispetto all'assegno 'normale'.

In Germania l'eta' pensionabile e' di 65 anni, ma in base a una riforma a partire dal prossimo primo gennaio verra' aumentata progressivamente a 67.
Il Ministero del Lavoro ha ricordato come l'eta' media in cui i lavoratori tedeschi vanno in pensione sia salita oggi a 63,5 anni e ha sottolineato la necessita' di aumentarla per non mettere in crisi i sistemi previdenziali alla luce dell'aumento dell'aspettativa di vita.

venerdì 23 dicembre 2011

Il fratello di Angelino Alfano indagato per aver falsificato gli esami all'Università


TRAPANI. Non era ancora laureato, nel 2008. Nonostante ciò, Alessandro Alfano
era ugualmente professore. Già, perché il 36 enne fratello dellʼex ministro Angelino
(segretario nazionale del Pdl), che si è dimesso dalla carica di segretario generale della Camera di Commercio di Trapani perché indagato dalla Procura di Palermo con lʼaccusa di aver falsificato gli esami
allʼUniversità, nel 2008 figurava come “professor Alessandro Alfano” nellʼambito di un “Laboratorio di Marketing Territoriale” di cui era responsabile la professoressa Fabiola Sfodera della facoltà di Scienze
della Comunicazione della Sapienza di Roma. Il “Il laboratorio tenuto dal prof. Alfano con la partecipazione del dott. Cristian Rinaldi” aveva come oggetto “lʼapprofondimento delle applicazioni del
marketing al territorio e il ruolo del web nellʼattivazione di processi di sviluppo”.
ENFANT PRODIGE. La docenza a Roma dellʼallora studente in Economia a Palermo
non è stata che una piccola parentesi per Alessandro Alfano, dal 2006 (e fino alla
nomina a segretario generale dellʼente camerale di Trapani, a gennaio del 2011)
segretario generale di Unioncamere per chiamata diretta del presidente Pino Pace,
che è anche alla guida della Camera di Commercio di Trapani dal 2001. Alfano,
che ha sempre giustificato il ritardo nella laurea (conseguita con un “colpo di reni” nel
2009) perché studente lavoratore, è uno che ha cominciato presto. A 22 anni, nel
1997, inizia infatti la sua prima esperienza nella Telemaco srl di Agrigento,
progettando siti web. Poi passa alla Setesi (2000), alla Siemens (2002), alla
Schulmbergersema e alla Recall (2003). Poi cʼè il capitolo relativo allʼuniverso
dellʼAzienda siciliana Trasporti, con un contratto interinale allʼAst (attraverso la
Metis), un contratto a progetto allʼAst sistemi spa (2004-2005) e un altro a
progetto dal 2 febbraio 2005, sempre con lʼAst. Con Sviluppo Italia Sicilia, invece,
diventa cococo (2005) e offre anche una prestazione occasionale (2004-2005). Nello
stesso anno, arriva per Alfano il primo contratto a tempo indeterminato. A
proporglielo è la Confcommercio Sicilia (diventa direttore generale ad Agrigento) e
poi direttore a supporto delle associazioni provinciali e coordinatore regionale (da
febbraio 2006). Nel frattempo viene anche chiamato nel Consiglio regionale per il
Turismo. Non manca, dal 2003 al 2004, un contratto a progetto col Ministero
dellʼEconomia. A margine, nel 2001, diventa presidente della Compagnia delle
Opere (Comunione e Liberazione) per Agrigento. Ma uno dei nodi centrali
dellʼattività di Alessandro Alfano si lega alla Telemaco srl, che non è quella della prima
esperienza lavorativa (con sede nella città dei Templi in via Mazzini) ma unʼaltra con
diverso indirizzo fondata nel 2006, amministrata da Giuseppe Bartolomeo e
di proprietà dello stesso Bartolomeo, di Alfano e di Giovanni Amico. Che,
coincidenza vuole, è anche presidente di Ast aerostazioni e amministratore delegato
supplente dellʼAst. La Telemaco è partner per stage dellʼUniversità di Palermo. Il nome
appare sul sito dellʼIndustrial Liason Office per chi volesse approfondire la 
“progettazione integrata a favore di enti pubblici, certificazione di qualità aziendale e
ambientale di processo e di prodotto, la formazione aziendale e professionale, la
consulenza aziendale, fiscale e centro elaborazione dati, la finanza agevolata”.
DI BARTOLOMEO. Il nome del socio di Alfano, ricorre allʼinterno del progetto
“Resint”, in qualità di coordinatore dei circoli della conoscenza di Unioncamere, e come
direttore del progetto “Emersione Lavoro”. Il primo, Resint, che sta per “Rete siciliana
per lʼinnovazione tecnologica”, dovrebbe promuovere lo sviluppo del Sistema
Innovativo Siciliano, costituito dai produttori di conoscenza (Università, Centri di ricerca
pubblici e privati), dai facilitatori dei processi innovativi (Agenzie di sviluppo, Parchi
scientifici e tecnologici, Business Innovation Center, Centri servizi, Camere di
Commercio e relative aziende speciali, Associazioni imprenditoriali, pubbliche
Amministrazioni, ecc.), dagli sviluppatori finali (Imprese grandi e piccole).
PANEPINTO INTERROGA. Il 16 giugno del 2010, il progetto è stato oggetto di
interrogazione da parte del deputato del Pd allʼArs Giovanni Panepinto, il quale
chiedeva chiarimenti in merito al progetto finanziato con 4 milioni 700 mila euro da un
raggruppamento capeggiato da Ipi e con allʼinterno Fondazione Censis e
Unioncamere Sicilia. In particolare, visto che si “tratta del più importante
finanziamento che sia stato erogato dallʼex assessorato allʼIndustria”, Panepinto
chiedeva di sapere: “se sono noti i dati relativi ai beneficiari delle attività realizzate,
ossia quali e quanti siano i soggetti che hanno beneficiato e beneficiano delle
attività previste nellʼambito della creazione dei circoli di conoscenze e dello sviluppo
del sistema di interfaccia; con quali professionalità lʼaggiudicatario ha realizzato
il primo lotto e starebbe realizzando il secondo, e se, per sostituire i soggetti
originariamente indicati, siano stati pubblicati appositi bandi per la selezione
delle risorse umane e, in caso affermativo, quali siano stati i criteri di selezione e
valutazione delle stesse; quali sono le motivazioni per le quali i soggetti
originariamente proposti siano stati esclusi e sostituiti sebbene i loro curricula siano
stati oggetto di valutazione da parte della Commissione di valutazione dellʼappaltoservizi;
se risponde al vero che numerosi Presidenti e Vice Presidenti delle Camere di
Commercio siciliane, essendo i rappresentanti legali delle stesse, sono stati
incaricati nel primo e nel secondo lotto, coinvolti nella realizzazione dellʼappalto
servizi con incarichi di consulenza; se corrisponde a verità che numerosi Segretari
Generali delle Camere di Commercio che sono i Dirigenti Generali delle Camere
stesse, insieme con altri amministratori del sistema camerale siciliano, tra cui vari
componenti delle Giunte e dei Consigli delle nove Camere della Sicilia, sono stati
coinvolti nella realizzazione dellʼiniziativa, mediante incarichi; se corrisponde al vero
che per le attività del primo lotto non sia stata svolta alcuna attività di revisione
amministrativa e contabile”. SINTEDI 2. Al periodo della segreteria
generale di Unioncamere da parte di Alfano risale anche il progetto Sintedi 2, Sistema
integrato territoriale donne imprendiitrici, dal costo totale, come si legge in una
interrogazione allʼArs del deputato del Pd Davide Faraone, di 2.919.091, con spese
da rendicontare pari a 2.698.091. Scrive Faraone: “Dallʼesame della
documentazione relativa allʼattuazione del Programma in oggetto, sembrerebbero
emergere numerose e significative anomalie che suscitano più che legittimi
dubbi relativamente a: discostamenti dalle previsioni finanziarie iniziali, mancato
rispetto degli obblighi di monitoraggio trimestrale delle attività, omessa
predisposozione delle relazioni in itinere, procedure sulla gestione degli incarichi
consulenziali conferiti per la realizzazione del progetto, svolgimento delle funzioni
apicali e di project manager, nonché sullʼapporto del personale dipendente di
Unioncamere Sicilia, coinvolgimento nella realizzazione delle attività di società e
strutture interne ed esterne al sistema camerale”. 

(D.D.J. Tratto da Centonove del 23/12/2011)

giovedì 22 dicembre 2011

Pompei continua a crollare, e l'Italia pure

L'unico vero tesoro di cui dispone il nostro paese si sta sgretolando. Gli scavi archeologici di Pompei continuano  a perdere pezzi. Ora che il ministro non è più Bondi, di chi sarà la responsabilità? Di chi è la colpa se il nostro patrimonio artistico si trova in totale abbandono?

I custodi si sono accorti del cedimento nel corso di una verifica. A comunicare la notizia è stata la soprintendente archeologa di Napoli e Pompei Teresa Elena Cinquantaquattro, che ha allertato subito i carabinieri. E' in corso una verifica da parte dei militari dell'Arma della stazione di Torre Annunziata.

La domus, una delle più belle di Pompei, è attribuita a Loreio Tiburtino, apparteneva invece a D. Octavius Quartio, come prova un anello-sigillo che nella fuga per l'eruzione cadde e fu ritrovato all'ingresso della casa durante lo scavo degli anni Cinquanta.

Continua su Repubblica

mercoledì 21 dicembre 2011

Per la Gelmini la liberalizzazione delle farmacie favorirebbe le Coop Rosse...

Figura non eccezionale di Mariastella Gelmini, ex ministro dei governi di Silvio Berlusconi, ieri a Ballarò: secondo l’esponente del PdL, le liberalizzazioni, se potenziate dal governo di Mario Monti, andrebbero a favorire le Coop Rosse – che potrebbero, nei loro punti vendita, aprire così delle parafarmacie. Il presidente della Conad, presente in studio, la contesta vivamente: “Lei sa quante parafarmacie ci sono in Italia?”. La Gelmini risponde in maniera elusiva: “Ce ne sono molte”, dice l’esponente PdL; “sono 7mila su tutta la popolazione nazionale”, risponde Pugliese, del Conad, “di cui 200 di Coop e Conad”. 


Da Giornalettismo


Monti da opinionista criticava i costi della politica...Ora che fa il premier sembra essersene dimenticato

Cosi scriveva il professor Mario Monti sulle colonne del Corriere della sera il 3 luglio 2011

"poco o niente viene fatto per immettere più concorrenza nel settore dei servizi in generale, nelle industrie a rete (trasporti, energia, telecomunicazioni), nelle professioni. E poco viene fatto per ridurre, subito e in misura significativa, il peso sull'economia e sulla società italiana degli esorbitanti costi del sistema politico, peraltro scarsamente «produttivo» in termini di decisioni prese tempestivamente per la crescita del Paese."
L'articolo integrale al link sotto
Manovra troppo timida per crescere

E ora che fa il premier il professore è riuscito a ridursi solo il suo di stipendio.
Mentre gente come Gasparri, Santanchè, Capezzone ecc. continuano a portarsi a casa i loro immeritati stipendi.

martedì 20 dicembre 2011

Un Procuratore Generale della Repubblica indagato per diffamazione...

Parmaliana, Cassata a giudizio

Il Procuratore Generale avrebbe avuto un ruolo di ispiratore di un documento anonimo
contro il docente di Chimica suicida. Ma lui ribatte: «Dimostrerò che è tutto falso»


MESSINA. Un numero di fax: è questa la traccia che porterà un Procuratore
generale ad essere giudicato da un giudice di Pace. Due paginette di esposto
corredate di sentenze e articoli di giornale: dieci allegati per mostrare che Adolfo
Parmaliana, il docente di Chimica industriale morto suicida il 2 ottobre del
2008 qualche ora dopo avere elaborato una lettera dʼaccusa al sistema giudiziario
messinese barcellonese, non fosse un modello di coerenza etica e politica. Il plico
fu recapitato nel settembre del 2009 nella buca della posta del settimanale
Centonove, in quella di Giuseppe Lumia, presidente della Commissione antimafia e
del giornalista Alfio Caruso, impegnato in quel periodo a scrivere il libro “Io che da
morto vi parlo” sulla vita e la morte del docente universitario suicida.
Secondo la Procura di Reggio Calabria guidata da Giuseppe Pignatone ispiratore
di quella che è stata inquadrata come diffamazione aggravata da motivi abietti è il
Procuratore generale della Corte dʼappello, Franco Cassata, finito dopo la morte di
Adolfo Parmaliana insieme al sostituto della Procura di Barcellona, Olindo Canali, per
iniziativa di Sonia Alfano, eurodeputato figlia del giornalista Beppe, ucciso lʼ8
gennaio del 1993 a Barcellona e del suo legale Fabio Repici, sul banco degli
imputati morali della morte del docente universitario: il primo, perchè “colluso con il
sistema mafioso massonico barcellonese che Parmaliana aveva invano denunciato”;
il secondo “perchè aveva ingannato per mesi lʼex esponente dei Ds facendo finta di
indagare sulle denunce che presentava con cadenza settimanale”, secondo quanto i
due hanno più volte sostenuto. Gli autori materiali del confezionamento e diffusione
del plico? Ignoti. 
LʼACCUSA. Il magistrato Federico Perrone Capano aveva notato il dossier
anonimo nella vetrinetta dello studio di Palazzo Piacentini del Procuratore
generale in una delle occasioni in cui era venuto a Messina a svolgere attività di
indagine, accolto da Cassata. Sulla pila di carte un post it: “Da spedire”. Ma - secondo
magistrati inquirenti reggini - la prova che Franco Cassata sia responsabile è in una
traccia lasciata su uno dei fogli di una delle sentenze che accompagnavano lʼesposto
(lʼallegato 10). Per la precisione, un numero di fax da cui la sentenza è partita il 14
novembre del 2008 (un anno prima dalla diffusione del plico) rimasto impresso sulla
parte alta del foglio: “090 9799883”. Una breve e facile ricerca ha consentito di
stabilire che il numero corrisponde a quello di una cartoleria di Barcellona Pozzo di
Gotto. Lʼacquisizione dei tabulati telefonici della cartoleria ha permesso di accertare
che in quella giornata di novembre solo un fax era stato spedito. Il numero di
destinazione? 090 770424. Il titolare dellʼutenza telefonica? La Procura generale
di Messina.
LA DIFESA. «Il plico con le carte è arrivato anche alla Procura generale. Per prassi
quando arrivano carte anonime facciamo le copie e le spediamo alla organi competenti ovvero alla Procura. Eʼ per questo che mi ero fatto fare le copie. Alla fine ho deciso di non mandarli a nessuno
perchè non volevo fare eco al contenuto del plico. Ecco perchè quelle carte erano
nella vetrina in bella mostra. Se avessi avuto qualcosa da nascondere non li avrei
certo tenuti lì», ha spiegato il Procuratore generale nel corso dellʼinterrogatorio
tenuto qualche mese fa ai magistrati reggini. Che però non si sono fatti
incantare. Una consulenza tecnica disposta dal pm Capano ha escluso che la
grafia dellʼesposto anonimo sia riconducibile al Procuratore generale,
Cassata è stato rinviato a giudizio saltando lʼudienza preliminare e dovrà comparire
dinanzi al giudice di Pace nel febbraio del 2012.
LA DENUNCIA. Fu Fabio Repici, che in passato ha preso di mira il Procuratore
Franco Cassata, accusandolo di collusioni con la mafia barcellonese e ottenendo
come reazione decine di querele ed atti di citazione con richieste di risarcimento
danni per centinaia di migliaia di euro, a denunciare il tentativo di diffamare la
memoria di Adolfo Parmaliana alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria il 4
dicembre del 2009 in un esposto lungo 15 pagine. «Da miei accertamenti empirici il
numero di fax rimasto sul è riconducibile allʼufficio protocollo della Procura guidata
dal 2007 da Franco Cassata, in cui lavora la moglie di Olindo Canali, Franca Ruello,
da tempi antichi notoriamente in eccellenti rapporti con Cassata».

Michele Schinella (Centonove del 9/11/2011)

domenica 18 dicembre 2011

Incazzarsi non basta più

Incazzarsi non basta più, bisogna agire, metterci la faccia in prima persona, parlare, denunciare, alzare la testa, non chiedere ma pretendere. Se ci riflettete il Parlamento è pieno di gente mediocre che sta lì solo per i vitalizi. La stessa cosa succede nei consigli regionali, provinciali, comunali e di quartiere. Iniziamo a fargli capire che non ci fregano più, che sappiamo cosa (non) fanno per i cittadini. Facciamoli tremare, barrichiamo i consigli comunali, entriamo nelle stanze dei bottoni, rivoltiamo il sistema in modo democratico. Se agiamo li mettiamo in crisi. Se ci limitiamo all'incazzatura non cambia niente.

La generazione che non avrà mai una pensione

INCUBO PENSIONI

di Ignazio Marino - 17 dicembre 2011
Per sostenere la spesa previdenziale l’Italia deve crescere e ridiscutere i diritti acquisiti. Altrimenti, sarà necessaria un'altra riforma
"Se l'economia non ritorna a crescere l'attuale sistema contributivo sarà un boomerang. Ai lavoratori serve un reddito adeguato per garantirsi una previdenza che gli permetta di vivere dopo l'uscita dal mondo del lavoro". Ignazio Marino è un giornalista di Italia Oggi.
Insieme a Walter Passerini, ex direttore di Corriere Lavoro, ha scritto Senza pensioni.
"La riforma sulla previdenza prevista dal governo Monti non risolve tutti i problemi. Entro il 2016, probabilmente, ne servirà un'altra. Per pagare tutta la spesa pensionistica lo Stato dovrebbe crescere dell'1,5% ogni anno. Dal 2001 lo sviluppo dell'Italia oscilla tra lo 0,3% e lo 0,5%. Nel 2012 il paese potrebbe essere in recessione. Il passaggio dalla pensione retributiva a quella contributiva per tutti tampona una falla. Questo sistema, sulla carta, garantisce un equilibrio nel lungo periodo e prevede che lo Stato restituisca al cittadino i contributi versati con una rivalutazione diluita negli anni della pensione".
"Per evitare un'altra riforma è necessario scardinare i tabù e ridiscutere i diritti acquisiti. È necessario toccare i vitalizi dei parlamentari e degli altri dirigenti pubblici. Un sistema economico che non cresce non può permettersi di essere generoso con chi non ha versato i contributi necessari per avere una pensione lauta e immeritata. Questo debito poteva esistere solo negli anni Sessanta quando il Pil del paese cresceva del 5-6% ogni anno. Fin dal 1995, anno della riforma Dini sulle pensioni, era chiaro che in prospettiva sarebbero aumentati i pensionati e diminuiti i lavoratori che devono, di fatto, colmare un buco decennale".
I problemi ereditati dalle generazioni precedenti, quindi, si sommano a quelli fisiologici del presente. "Le pensioni sono, di solito, adeguate al costo della vita. Questo meccanismo è importante perché non altera il potere d'acquisto del cittadino. Per due anni questa rivalutazione sarà bloccata su tutte le pensioni superiori ai 1.000 euro. Chi percepisce questa cifra dovrà fronteggiare l'aumento dell'inflazione e tutte le spese aggiuntive previste dalla manovra Monti".
Queste restrizioni, ipotizzate per raggiungere il pareggio di bilancio, non garantiranno alle generazioni future lo stesso benessere dei pensionati attuali. "Oggi chi inizia a lavorare avrà una pensione pari al 40-50% dell'ultimo reddito. La decurtazione della riforma Dini non superava il 20-30%. Per avere lo stesso tenore di vita raggiunto durante il periodo lavorativo i cittadini dovranno utilizzare la previdenza complementare. Questi fondi sono un investimento solo per il 26% degli italiani".
"Negli ultimi anni è aumentato l'utilizzo della previdenza complementare e l'abbandono di questo sistema per mancanza di soldi. Nel 2010 100mila persone hanno dovuto rinunciare a questa alternativa". In Italia sempre meno persone hanno un lavoro. Il numero di disoccupati a ottobre era pari a 2.134.000 unità. Rispetto a settembre si è registrato un aumento del 2,5%, pari a 53mila persone. Senza lavoro. Senza pensioni.

venerdì 16 dicembre 2011

Ma bisognava essere professori della Bocconi per fare una manovra che massacra le classi più deboli del paese?

Con tutto il rispetto, ma potevo farla anche io. Bastava prendere i soldi da pensioni e buste paga. Era cosi facile.

Quello di Monti è governo un governo politico. Il suo orientamento è conservatore. Al servizio di banche e gruppi finanziari internazionali e i grossi investitori esteri. Sono le banche i nuovi terroristi. Sono loro che decidono le sorti di uno stato. Denaro = Potere = Schiavitù.

Di seguito l'opinione di Massimo Ragnedda
Basta chiamarlo governo tecnico. Il governo Monti è chiaramente un governo politico; della nuova fase politica, dove le scelte politiche le dettano le banche, i grossi gruppi finanziari internazionali e i grossi investitori esteri. Sono loro che hanno in mano le sorti dell’Italia, dell’EU e degli altri Paesi democratici. Sono le banche i nuovi tiranni del XXI secolo. La chiamano Finanzocrazia, Bancocrazia, Spreadcrazia. Chiamatela come volete, ma è evidente che siano le banche a dettare l’agenda politica, e non solo in Italia.


Prima la Goldman Sachs, per citarne una, si limitava a reclutare persone influente nei singoli paesi. Ora vi è stato un salto di qualità: mettere i propri uomini nei posti chiave, là dove si decidono le sorti dei paesi e dei loro bilanci. Vedi Monti e Draghi, giusto per fare due esempi a noi vicini.


È la nuova politica, fatta di antipolitica (l’odio verso la classe politico-partitica non è mai stato così alto e l’astensione alla prossime elezioni si preannuncia altissimo), fatta di tecnici che dicono di agire sotto il ricatto degli spread e delle borse e impongono tagli e sacrifici in nome del mercato. Una nuova classe (a)politica dettata dalle lobby bancarie e finanziarie, che impediscono le tasse sugli enormi guadagni derivati dalle transazioni fiscali e impediscono la cancellazione dei paradisi fiscali dove vengono riciclati i soldi sporchi e fuggiti al fisco.


Secondo i calcoli di Manfred Bergmann, direttore per la tassazione presso la Commissione europea, con una semplice aliquota dello 0,1% sullo scambio di obbligazioni e azioni e dello 0,01% sui derivati entrerebbero nelle casse europee 57 miliardi di euro, con una netta riduzione dei contributi che i singoli stati versano alla UE: nel caso dell’Italia questo comporterebbe un risparmio di circa 6 miliardi di euro. Stiamo parlando di un prelievo irrisorio che potrebbe essere aumentato con conseguente aumento degli introiti per uno stato e riduzione delle imposte sui cittadini. Ma non solo. Si otterrebbe anche un altro grosso vantaggio: si stabilizzerebbero i mercati e si ridurrebbero le speculazioni. Mario Draghi si dice contrario. Chissà perché penso che i cittadini, a differenza di Draghi, sarebbero invece d’accordo a far pagare una parte della crisi anche agli speculatori finanziari che si arricchiscono velocemente e spropositatamente.


La scelta su chi debba pagare la crisi è la scelta politica per eccellenza di uno stato sovrano. Farla pagare ai pensionati, ai lavoratori e alle famiglie monoreddito, significa fare una manovra repressiva ed elitaria, che bastona i soliti e lascia intatti vecchi privilegi. Significa, in ultima analisi, far pagare i deboli. Prof. Monti aveva promesso una manovra rigorosa, equa e di rilancio. Ma è chiaramente rimasto solo il rigore per i ceti deboli che non possono sfuggire alla mannaia del fisco. Non ci voleva di certo un governo di esperti per fare la cosa più semplice, e iniqua, al mondo: aumentare le tasse sui carburanti, toccare le pensioni dei più deboli e reintrodurre la tassa sulla prima casa. E questo nonostante i miglioramenti apportati alla manovra, martedì 13 dicembre.


Non vi è accenno alla patrimoniale che avrebbe portato un bel gruzzoletto per lo Stato e avrebbe reso la manovra più equa e giusta. Invece niente. Pesa il veto di Berlusconi. E la visione elitaria di Monti. Non vi sono i tagli alle spese militari: solo per l’acquisto di 131 nuovi cacciabombardieri spenderemo 16 miliardi di euro, ovvero metà della finanziaria. Come dire: tolgo i soldi ai pensionati, aumento la benzina, introduco l’ICI per la prima casa per comprare 131 nuovi cacciabombardieri. Come non essere felici di questo. Lo si fa per contare di più nel mondo, per sedere al tavolo dei vincitori nelle prossime future guerre, ma nel frattempo sempre più persone (come le fonti ISTAT dimostrano) non riescono ad arrivare alla fine del mese e a sedersi in una tavola imbandita. Ma avremmo nuovi aerei ed era quello di cui avevamo bisogno. Le famiglie che non hanno di che mangiare ringraziano.


Non introdurranno l’asta sulle frequenze televisive. Berlusconi minaccia di staccare la spina. Quell’asta, così come accade in ogni angolo del pianeta, frutterebbe diversi miliardi di euro. Ma Prof. Monti decide di regalarle: chissà, azzardo un’ipotesi, forse era la merce di scambio per far dimettere l’ex premier. E così altri 4 miliardi di euro vengono a mancare nelle casse dello Stato: ma tanto ci sono le pensioni da toccare e il PD non minaccia di staccare la spina per questo. Troppo responsabile per farlo.


La famosa questione dell’ICI alla Chiesa Cattolica. Dopo tanto clamore, legato al tam tam in rete che ha spinto i main stream media a parlarne, Bagnasco si dice pronto ad aprire una trattativa. Caro Cardinal Bagnasco, lo dico con il dovuto rispetto, non si deve aprire una trattativa come si trattasse di un atto di clemenza nei confronti degli italiani: la Chiesa deve pagare come tutti gli altri, né di più (nessuno lo pretende) né di meno, semplicemente il giusto. E come se un comune mortale sull’ICI dicesse: va bene trattiamo. No, il comune mortale paga e basta. La Chiesa, invece, si prende il lusso di trattare e, come ogni negoziato che si rispetti, otterrà dei benefici, ovvero sconti, ovvero meno soldi per gli italiani. Tanto c’è la benzina da tassare e le pensioni da tagliare. Quelle dei più deboli si intende. Invece si dovrebbero tassare quelle super e non limitarsi, come la Fornero ha promesso dopo varie pressioni, ad un contributo di solidarietà del 15% sulle pensioni sopra i 200 mila euro annui. Ne cito alcune: Mauro Sentinelli, classe ’47, ex manager Telecom, 3 mila euro al giorno di pensione. No, non ho sbagliato scrivendo, sono veramente 3000 euro al giorno, ovvero 90.000 euro al mese, ovvero più di un milione di euro all’anno. Vittorio Sgarbi, ex parlamentare, in pensione a 54 anni, 8 mila e 500 euro al mese, Alfonso Pecoraro Scanio, ex parlamentare, in pensione a 49 anni, 9 mila euro al mese. Achille Serra, Senatore che oltre allo stipendio da parlamentare (mica quisquilie) percepisce una pensione di 22 mila euro al mese. Giuliano Amato 31.411 euro al mese o, se preferite, 1.047 euro al giorno. Giusto qualche esempio di pensioni d’oro che andrebbero completamente riviste. Non crede? E non dica che i diritti acquisiti non si toccano, come se quelli degli altri pensionati non siano diritti acquisiti..


Bene l’introduzione di un tetto per gli stipendi della Pubblica Amministrazione. Sarebbe auspicabile, in chiave di ridistribuzione delle risorse, un tetto agli stipendi dei manager. Perlomeno di quelli pubblici. Penso a Guargaglini di Finmeccanica che mentre si appresta a mettere in cassa integrazione e poi licenziare migliaia di persone percepisce uno stipendio di 4.712.000 euro. Penso a Scaroni (era con lei alla riunione del gruppo segreto Bildeberg questo anno) dell’ENI 4.272.000 euro o a Fulvio Conti dell’ENEL con 2.620.794 euro annui. Ma anche un tetto ai super manager delle banche e delle altre società sarebbe auspicabile, fermi restando che essendo private possono liberamente scegliere come retribuire i propri manager e dirigenti. Penso al suo ministro Passera che nel 2010 ha licenziato 5000 persone mentre intascava 3.811.000 euro. Infine mi viene in mente Profumo (qualcuno pensa a lui come potenziale papa straniero di un governo di centro sinistra), l’ex CEO dell’Unicredit che ha avuto una buona uscita (nel Settembre 2010) di 38 milioni di euro, mentre l’Unicredit ha chiuso l’anno con un utile netto in calo del 22%. In altre parole lui guidava una banca che ha perso il 22% e per questo ha guadagnato 38 milioni di euro. Lasciatemi dire che trovo immorale e ingiusto tutto questo.


Il capitolo tagli alla politica rimandati a data da destinarsi. Ma di questo non parlo: sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. La classe politica ha commesso un imperdonabile errore.


Infine non si parla di lotta alla corruzione, vero cancro da estirpare e che penalizza ed indebolisce il nostro paese e che costa agli italiani, secondo i dati della Corte dei Conti, 60 miliardi di euro (il 30% in più rispetto al 2009) né di inasprimento della lotta contro le mafie. Roberto Saviano nel suo intervento nell’auditorium della New York University ha evidenziato come «tra 400 e 500 miliardi di dollari della criminalità ogni anno vengono riciclati dalle banche americane», e si tratta di «liquidità che arriva alle mafie e viene a mancare al sistema sano». Mi associo all’appello di Saviano: spero che tra le priorità del Governo Monti vi sia una dura lotta contro le mafie che sappia aggredire questo immenso capitale riciclato nelle banche americane. Anche se quest’ultime, immagino, non gradiranno.

mercoledì 14 dicembre 2011

Permesso lavoro senza frontiere per immigrati

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sul 'permesso unico' di residenza e lavoro che tutela gli extracomunitari che lavorano legalmente nell'Unione europea garantendogli pari diritti, condizioni di lavoro, pensione, sicurezza sociale e accesso ai servizi pubblici. I lavoratori extracomunitari potranno ottenere il permesso di lavoro e quello di residenza attraverso un'unica procedura. ''Chi avra' - ha detto il commissario europeo per gli affari interni Cecilia Malmstrom - il permesso unico di soggiorno potra' avere anche parita' di trattamento con i cittadini dell'Ue per il riconoscimento delle qualifiche professionali e accademiche, per la fiscalita', per la formazione professionale e l'accesso alla sicurezza sociale, compresi i sussidi di disoccupazione e il trasferimenti dei diritti pensionistici''. I diritti garantiti dalla direttiva comprendono l'accesso alla formazione professionale, alla sicurezza sociale (alloggi sociali inclusi), condizioni di lavoro decenti e il diritto alla rappresentanza sindacale. A beneficiare del permesso unico non potranno essere i rifugiati,i lavoratori stagionali e quelli distaccati e i lavoratori in trasferimento all'interno di societa' multinazionali. I singoli Paesi potranno decidere se restringere l'accesso ai sostegni familiari e di disoccupazione ai lavoratori in possesso di un permesso valido per meno di sei mesi e restringere il diritto all'alloggio sociale per i cittadini extracomunitari che hanno un contratto di lavoro in corso. Il sussidio di disoccupazione potra' essere rifiutato a chi e' stato ammesso nel paese per motivi di studio ed e' previsto l'accesso alla formazione professionale e all'istruzione per i cittadini extracomunitari che hanno un lavoro o sono registrati come disoccupati. ''La direttiva sul permesso unico - ha detto la relatrice Veronique Mathieu (Ppe) - e' una risposta alla crisi di mano d'opera che si profila all'orizzonte europeo, rendendo possibile anche il controllo della mano d'opera. Il permesso unico permette di attribuire una serie di diritti comuni ai lavoratori di paesi terzi e a quelli europei.
L'uguaglianza di trattamento e' il centro di questa direttiva''.
(Ansa)

martedì 13 dicembre 2011

Lombardo senza pudore: “Il mio stipendio di 15 mila euro? È appena decente”

La Sicilia si sa, è la regione "regina" degli sprechi. Per cui è quasi "normale" che chi la governa abbia il coraggio di fare certe affermazioni: “Francamente credo che la mia indennità sia appena decente per l’attività che svolgo come presidente della Regione tenendo conto «dei rischi e delle responsabilità che affronta un governatore».

Se si pensa che chi parla governa la regione più povera d'Europa. Una regione dove un cittadino su due è disoccupato. Una regione nella quale i giovani sono ancora costretti ad emigrare al nord in cerca di un'occupazione decente.

domenica 11 dicembre 2011

Pasquale Adinolfi in Dizionario Biografico – Treccani

Pasquale Adinolfi in Dizionario Biografico – Treccani

Con la pensione di Dini (41 mila euro AL MESE) potrebbero vivere 40 famiglie!

Certo che ci vuole un bel coraggio. Devono proprio avere un bel coraggio i parlamentari che chiedono sacrifici ai cittadini ma che protestano contro i provvedimenti che toccano i loro interessi. A capo dei parlamentari "ribelli" ci sono Dini e Mussolini. Il signor Dini si porta a casa ogni mese  40 mila euro di soldi pubblici. Non si vergogna nemmeno un po? Cosa ha fatto per i cittadini questo signore per meritarsi tutti questi NOSTRI soldi? Ah si. Ha riformato il sistema pensionistico nel 95 massacrando ulteriormente pensionati e famiglie meno abbiente.
Altro che ritocchi ai vitalizi. Tagliando gli stipendi dei parlamentari e convertendo quei soldi alle famiglie vivremmo tutti più serenamente. Quello di Dini è solo uno dei casi conosciuti. Altre migliaia di parassiti campano con i soldi pubblici senza fare un emerito c...o! Usiamo questi soldi per "iniettare" liquidità nel mercato, quello vero, il mercato dove ogni giorno i comuni mortali vanno a fare la spesa. Quanto resisteremo a questa situazione?

sabato 10 dicembre 2011

LAVORO: CGIL, 9 PROPOSTE PER SEGNARE UN CAMBIO DI ROTTA

Una condizione del lavoro ''drammatica'' che registra piu' di 8 milioni di persone cadute in un'area di sofferenza. Si tratta delle oltre 3 milioni di persone costrette a lavorare in nero, le 3,5 milioni tra disoccupati certificati e scoraggiati. Un numero che schizza a 4,5 milioni se si aggiungono i precari, anche questi riportati nelle statistiche ufficiali, e i lavoratori relegati in un part time involontario. Per arrivare, infine, alle 500 mila persone da oltre tre anni stabilmente in cassa integrazione.

Sono questi i numeri ''allarmanti'' che delineano un mondo del lavoro in ''estrema sofferenza'' e che hanno indotto la CGIL a promuovere per sabato 3 dicembre l'Assemblea nazionale delle Delegate e dei Delegati, dietro le parole il ''lavoro, l'unica cura per il paese'', a Roma al Palalottomatica, a partire dalle ore 9.30.

In preparazione dell'appuntamento, che vedra' riuniti circa 15mila delegati del sindacato di Corso d'Italia provenienti da tutta Italia, e con le conclusioni affidate al Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, previste intorno alle ore 13, convocato per rimettere al centro il tema lavoro come ''unica scelta possibile per produrre crescita e contribuire a portare il paese fuori dalla crisi'', la CGIL promuove nove proposte sul lavoro: ''Nove temi sui quali intervenire per segnare un cambio di rotta''.

1. POLITICHE INDUSTRIALI CONTRO LA CRISI - Circa 3,3 miliardi di ore di cassa integrazione da quando e' esplosa la crisi nell'autunno del 2008. Oltre 50 mila aziende coinvolte, 3,5 milioni toccati dalla cassa e 500 mila stabilmente in cig.

Quasi 200 tavoli di crisi aperti su vertenze che investono oltre 220 mila lavoratori. Sono i numeri della crisi produttiva tamponata dal massiccio ricorso alla cassa in questi tre anni e che il precedente governo ha aggravato senza intervenire sui fattori di crisi strutturale e senza dare indicazioni di sviluppo. Mentre ha ridotto, quando non tagliato completamente, investimenti strategici sulla ricerca, sulle infrastrutture, sulle energie rinnovabili. Il settore delle energie rinnovabili e' stato l'unico settore a crescere con oltre 120 mila occupati, nonostante la mancata attuazione del piano energetico nazionale. E' decisivo cambiare strada per riaffermare la forza nella specificita' manifatturiera del nostro sistema economico, affrontare le debolezze strutturali e fattoriali, partire dall'istituzione di un fondo per la crescita e l'innovazione che possa favorire innanzitutto un Piano energetico nazionale e politiche di green economy. Servono infine politiche di innovazione e sviluppo locale, aumentare la spesa in ricerca e sviluppo, favorire politiche industriali per il Mezzogiorno.

2. RIDURRE LE TIPOLOGIE CONTRATTUALI - La crisi sta peggiorando la qualita' dei nuovi posti di lavoro. Circa 8 assunzioni su 10 sono precarie pescando tra le 46 diverse forme contrattuali esistenti. Una situazione insostenibile che moltiplica una precarieta' devastante per la vita delle persone, scaricando i costi sociali sulla collettivita' e sull'intero paese, e che il passato governo ha perseguito a partire dal collegato lavoro per arrivare all'articolo 8 della manovra di ferragosto. Non serve quini pensare ad improbabili ulteriori riforme, magari aggiungendo nuove tipologie di lavoro. Serve ridurre significativamente le forme di impiego e restituire una gerarchia tra le forme di lavoro. La CGIL rilancia la centralita' del lavoro stabile, tutelato e formato come leva per il progresso e la coesione sociale, proponendo: che il lavoro a tempo indeterminato torni ad essere il ''normale'' rapporto di lavoro; che sia incentivato fiscalmente e contributivamente; che ogni rapporto non a tempo indeterminato costi quindi di piu' di quello normale e sia giustificato per via legislativa e/o contrattuale; che si incentivino le trasformazioni da lavoro precario a lavoro stabile che si cancellino le tante forme di lavoro oggi esistenti riconducendole a poche unita'; che l'apprendistato sia la via d'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, con formazione vera e certificata, pienezza di tutele e retribuzione progressivamente crescente.

3. RIFORMARE GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI - In Italia oltre 1,6 milioni di persone non sono tutelate da ammortizzatori sociali: soprattutto giovani precari ma anche lavoratori senza i requisiti per l'indennita' di disoccupazione o che hanno terminato il periodo di tutela. Ora, dopo oltre tre anni di crisi, per molti lavoratori in cig si stanno esaurendo gli strumenti di sostegno. Serve una riforma organica degli ammortizzatori sociali che garantisca a tutti due forme di tutela: la cig in caso di difficolta' temporanea dell'impresa, con garanzia di rientro in azienda e ricorso a formazione mirata durante i periodi di non lavoro; l'indennita' di disoccupazione in caso di perdita di lavoro.

Una riforma per assicurare a tutti una copertura reale pari all'80% del salario, fino ad un tetto massimale realistico di 1.800 euro, e copertura figurativa per tutto il periodo. La durata dei benefici sara' modulata garantendo pero' a tutti, in modo eguale, tre anni di ricorso massimo alla cig ed almeno 24 mesi di tutela dopo il licenziamento, e abbattendo le barriere che oggi impediscono ai precari di accedervi. Va inoltre previsto anche un ''reddito di ultima istanza'', che protegga le persone quando gli ammortizzatori finiscono, che sia finanziato non dalla contribuzione ma dalla fiscalita' generale, ed abbia come fine il reinserimento nel mondo del lavoro.

4. QUALITA' E DIRITTI NELLA pUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Politiche del lavoro che non penalizzino le nuove generazioni e favoriscano la qualita' e l'universalita' dei servizi servono anche nella Pubblica amministrazione. Le politiche del centro destra nei diversi settori della Pa e della conoscenza hanno determinato un'emergenza lavoro creando una impressionante sacca di precariato. I numeri sono eloquenti: a fronte di circa 61 mila lavoratori precari che hanno fruito delle leggi che ne permettevano la stabilizzazione, continuano ad esservi 122 mila persone con contratto non a tempo indeterminato e circa 117 mila contratti di collaborazione e/o consulenza. A questi numeri si aggiungono quelli dei rapporti a tempo determinato nei settori della conoscenza: circa 200 mila lavoratori precari mentre non meno di 70 mila persone vincitrici di concorso non hanno ancor accesso nella Pa. Dal 2011 il taglio del 50% della spesa per lavoro precario sta determinando interruzioni anticipate o mancati rinnovi con le conseguenti ripercussioni sui lavoratori e sulla continuita' dei servizi pubblici. Un quadro drammatico che va superato nel segno dei diritti e delle regole: anche nell'emergenza finanziaria occorre riprendere ad investire in servizi qualificati alla persone e in innovazione di processo e di prodotto tornando ad allargare i confini dell'intervento pubblico.

5. GIOVANI NON PIU' PRECARI - Il concetto e' molto semplice: la precarieta' non paga. La presenza di alcuni milioni di precari e 2 milioni di giovani che non trovano lavoro costituisce una vera e propria emergenza sociale che la crisi economica ha ulteriormente aggravato. Innanzitutto occorre liberare le nuove generazioni dal ricatto di chi le costringe ad essere disposte a tutto pur di lavorare, anche a condizioni indecenti: cio' significa contrastare la disoccupazione giovanile e il lavoro sommerso creando un sistema di tutele e servizi per i giovani in cerca di prima occupazione. Non servono anni di schiavitu' per conquistare un posto di lavoro: ai giovani che accedono al primo impiego serve un contratto vero, con pieni diritti e tutele. Se questo ha una finalita' formativa deve avere una durata prestabilita di massimo 3 anni e tempi certi di stabilizzazione. Bisogna mettere fine alla giungla di contratti truffa: ad un lavoro stabile deve corrispondere un contratto stabile. Infine a parita' di lavoro devono corrispondere pari condizioni: i diritti fondamentali devono essere estesi a tutti e difesi dagli effetti dell'articolo 8 dell'ultima manovra economica che invece consente deroghe a seconda del posto di lavoro e della condizione in cui ci si trova.

6. DONNE AL LAVORO - La finestra dell'Italia femminile che lavora e' desolante. Se confrontati al resto dei Paesi europei i dati sulla partecipazione delle donne al mondo del lavoro in Italia sono allarmanti: nel 2010 il tasso di occupazione al femminile si e' arrestato al 46,1%, pari al 12% in meno rispetto alla media europea. Sono 800 mila le donne licenziate, o costrette a lasciare il lavoro, a causa della maternita', ovvero l'8,7% delle donne lavoratrici con almeno un figlio. Il divario con gli stipendi maschili poi e' ancora notevole. La retribuzione netta mensile delle lavoratrici dipendenti e' di 1.077 euro contro i 1.377 degli uomini, circa il 18% in meno. Quasi una donna su due in Italia non e' occupata ne' disoccupata, ovvero non lavora, ma non e' neanche in cerca di un posto :il tasso di inattivita' femminile e' pari al 48,9%, mentre quello maschile si attesta a 26,9%. Emerge con chiarezza quindi che le donne stanno pagando la crisi piu' e peggio degli uomini. Serve lavoro, che sia buono e che superi discriminazioni, differenziali, segregazioni e separazioni, a partire da un piano straordinario per l'occupazione femminile, con una particolare attenzione nei confronti delle giovani donne; dal ripristino della legge sulle dimissioni in bianco; da investimenti seri sui servizi sociali.

7. BATTERE IL LAVORO NERO - In Italia il 17% della ricchezza prodotta evade il fisco. Si tratta di centinaia di miliardi l'anno e di piu' di 3 milioni di lavoratori costretti ad avere salari spesso da fame e condizioni di lavoro terribili.

Il problema non va sottovalutato e di certo l'ampiezza del sommerso non va intesa come semplice ricchezza non dichiarata, magari fisiologica o addirittura come ammortizzatore sociale. Occorre rovesciare l'impostazione fin qui seguita: potenziare i controlli e la sicurezza progressivamente ridotti. Cosi' come va sancita l'obbligatorieta' della regola e della coesione sociale. Una mobilitazione contro il lavoro sommerso deve muoversi dunque secondo direttrici precise che si possono sintetizzare in tre grandi filoni. Serve reprimere in maniera mirata. E' necessario fare della Pubblica amministrazione un garante di legalita'. Infine c'e' bisogno di dare sostegno alle regolarizzazioni: reprimere e' decisivo ma non basta, serve anche una prospettiva di emersione attraverso piani territoriali che sostengano le imprese che volessero rientrare nella legalita'. Il tutto nella consapevolezza che il lavoro nero, grigio e sommerso, si puo' combattere e battere. C'e' bisogno di una vera volonta' politica per riaffermare la legalita', recuperare risorse ed estendere i diritti.

8. IL LAVORO E' IL SUD - Il Mezzogiorno paga un prezzo altissimo nella crisi. Le passate manovre economiche hanno peggiorato progressivamente una situazione gia' grave. Ogni manovra ha fatto pagare al Mezzogiorno un pesante prezzo perche' si e' fatto cassa con le risorse previste per i Fondi per le aree sottoutilizzate dirottandole per altre voci o piegandole ad esigenze di clientele elettorali (vedi fondi per l'emergenza rifiuti a Catania) cosi' da mettere in forse - per i meccanismi di spesa europei - anche le risorse che le Regioni sarebbero state chiamate ad erogare. La stessa minestra, chiamata 'Piano per il Sud' o 'Piano Eurosud', e' stata scaldata piu' volte e le cifre in esso previste si sono rivelate giochi di prestigio. Per questo il lavoro e' il perno di ogni scelta per il riscatto del Mezzogiorno e la rinascita del Paese. L'Italia non uscira' dalla crisi piu' grave del dopoguerra se non rimette il Mezzogiorno al centro di un progetto di sviluppo sostenibile che modifichi in profondita' il mix produttivo e la struttura dei consumi e offra alle nuove generazioni una prospettiva di lavoro stabile, qualificato, non povero e precarizzato. Quindi: utilizzare rapidamente e con efficacia le risorse disponibili per lo sviluppo del Sud; riattivare gli investimenti In materia di sviluppo promuovendo una politica industriale innovativa centrata sulla green economy.

9. MAFIE SPA: QUANTO CI COSTA L'ECONOMIA CRIMINALE - La Corte dei conti ha comunicato che il costo della corruzione in Italia e' stimabile in 60 miliardi di euro e che nel 2010 il fenomeno e' aumentato del 30% rispetto al 2009. Non solo: secondo la Commissione parlamentare antimafia il fatturato delle Mafie italiane e' stimabile in 150 miliardi di euro con 70 miliardi di utili al netto degli investimenti. Circa 180 mila posti di lavoro all'anno persi nel Mezzogiorno d'Italia a causa di questa attivita' criminale mentre 500mila commercianti sono oggetto della malavita organizzata, per un giro di affari criminale stimato in 98 miliardi di euro, di cui 37 per mano mafiosa. La Guardia di finanza afferma che nel nostro paese i redditi evasi ammontano a 270 miliardi di euro e che il mancato gettito sia di 120 miliardi di euro, di cui 60 miliardi di Iva evasa. Sommati questi dati emerge che ogni anno l'illegalita' (mafie, corruzione, evasione fiscale, economia sommersa) sottrae agli italiani e alle imprese oneste 330 miliardi di euro. Numeri eloquenti: siamo di fronte a nodi strutturali che non sono piu' rinviabili. Il problema non e' solo affrontare il contingente e far tornare rapidamente i conti. La vera questione e' che quei nodi rappresentano un intralcio, un vero e proprio cappio al collo e che la legalita' e' una risorsa culturale ed economica per lo sviluppo del Paese.

giovedì 8 dicembre 2011

La barzelletta di Silvio sugli "italiani benestanti"

Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere. Il lupo cambia il pelo ma non il vizio. Il nostro ex premier non riesce a stare zitto, è più forte di lui. E quando gli viene in mente una barzelletta deve per forza raccontarla.

«L'Italia ce la farà, non ho mai avuto dubbi, siamo il secondo Paese dopo la Germania, prima di Francia e Gran Bretagna, se sommiamo il debito pubblico e la finanza privata. Riassumendo: siamo uno Stato indebitato e di cittadini benestanti, questa è la vera situazione dell'Italia».

Peccato che non faccia ridere proprio nessuno.

mercoledì 7 dicembre 2011

Il video che incastra i parlamentari venduti. "Quale è la tua tariffa...?"(da La7).

Inchiesta tratta da "Gli intoccabili". Il filmato tratto dal programma condotto da Gianluigi Nuzzi ,
andato in onda ieri sera su La7. Nel video si sentono i deputati parlare di "tariffe" e "pensioni".
Chi sono... ?




martedì 6 dicembre 2011

Molto rigore, poca equità e pochissima crescita

Di Tito Boeri* e Fausto Panunzi** (Fonte: lavoce.info)

Rigore, equità e crescita sono i tre principi che Mario Monti ha indicato quali pilastri per le scelte di politica economica. Nella manovra varata dal suo governo c’è molto rigore, forse troppo. Poca equità. E soprattutto pochissima crescita. Il tempo a disposizione era limitato. Ma proprio perché siamo in condizioni di emergenza si poteva e si doveva fare di più. C’è comunque un miglioramento rispetto alle manovre estive, in particolare in materia previdenziale, deindicizzazione a parte, e nello spostare la tassazione dal lavoro ai patrimoni. Davvero molto, però, resta ancora da fare.



Rigore, equità e crescita erano i tre principi che Mario Monti aveva indicato quali pilastri su cui basare le scelte di politica economica. Nella manovra varata dal suo governo c’è molto rigore, forse troppo. Poca equità. E soprattutto pochissima crescita. Il tempo a disposizione era davvero limitato. Ma non si doveva perdere questa opportunità per varare almeno una delle riforme che il nostro Paese attende da anni.

Rigore e qualità della manovra

L’aggiustamento sarà di 20 miliardi, che si aggiungono ai 60 delle manovre estive. Nelle intenzioni del Governo dovrebbero essere sufficienti per portare al pareggio di bilancio nel 2013 incorporando valutazioni più realistiche sull’andamento della nostra economia nei prossimi due anni. Il viceministro Grilli nella conferenza stampa ha detto che il pareggio di bilancio verrà raggiunto con questa manovra in presenza di una contrazione del Pil dello 0,5 per cento nel 2012 e di una stagnazione nel 2013, in linea con le previsioni dell’Ocse. Ma le previsioni dell’Ocse ovviamente non contemplavano questa manovra. Quindi il pareggio di bilancio verrà raggiunto solo se la manovra non avrà effetti recessivi, sulla qual cosa è legittimo nutrire non pochi dubbi: quasi un punto e mezzo di Pil, raccolto soprattutto con tasse più alte, non è cosa da poco. Viene da domandarsi se era utile immolarsi sul pareggio di bilancio nel 2013, che l’Europa non ci ha mai chiesto, e non valesse invece la pena di puntare su tagli alla spesa che avrebbero avuto effetti più diluiti nel tempo, ma più consistenti di quelli previsti e mirati ad accrescere il potenziale di crescita della nostra economia, in linea con quanto i mercati ci chiedono da tempo e, soprattutto, quanto sarebbe giusto fare. Il problema della crisi europea, infatti, è che l’impossibilità politica di attuare trasferimenti tra stati sta forzando i paesi del Sud-Europa, Italia compresa, ad adottare politiche fiscali eccessivamente restrittive nell’immediato, invece di puntare su risanamenti più ambiziosi (e virtuosi sul piano della performance dell’economia) da conseguire nei prossimi cinque anni.

C’è la stretta sulle pensioni di anzianità, lo scoglio su cui si era incagliato il governo Berlusconi. Ma non c’è il loro superamento (se non a parole, dato che d’ora in poi le pensioni d’anzianità verranno chiamate “pensioni anticipate”) e inglobamento nelle pensioni di vecchiaia con gli aggiustamenti attuariali (circa il 4 per cento in più per ogni anno di lavoro aggiuntivo su tutta la pensione, non solo la parte contributiva come proposto a suo tempo su questo sito) contemplati dal metodo in vigore per i più giovani dal 1996. Lodevole il tentativo di permettere una certa flessibilità sulla scelta di quando prendere la pensione di vecchiaia, anche se la griglia di età soprattutto per gli uomini è davvero ridotta all’osso (66 – 70 anni), e l’abbandono del sistema assai poco trasparente delle finestre mobili. Bene dire chiaramente agli italiani a quale età potranno andare in pensione anziché ricorrere al trucchetto di mantenere l’età ufficiale di pensionamento fino a un anno e mezzo prima di quando potranno davvero fruire della pensione. Non sarà, quindi, l’ultima riforma delle pensioni.

Per quello che riguarda la qualità dei provvedimenti, la manovra è, una volta di più, fortemente squilibrata sul lato delle entrate: quasi due terzi dell’aggiustamento lordo sono legati a nuove tasse o a inasprimenti di quelle già esistenti. I tagli alle spese sono in parte non piccola una tantum, come ad esempio i risparmi derivanti dalla sospensione dell’indicizzazione delle pensioni al di sopra del minimo. Il peso delle entrate nella manovra è rafforzato dal fatto che la “clausola di salvaguardia”, quella che nel 2012 deve permettere di raccogliere 4 miliardi in caso di mancata riforma fiscale, si applicherà innalzando l’Iva anziché procedendo a tagli di spesa come previsto sin qui. A proposito: la manovra non chiarisce ancora come verranno reperiti i 20 miliardi a regime lasciati in sospeso dal governo precedente. Tutte queste scelte sembrano figlie ancora una volta della fretta di ottenere il pareggio nel 2013 oltre che dell’incapacità di intervenire in modo più incisivo sulle pensioni di anzianità e su altri capitoli di spesa, a partire dai compensi dei pubblici dipendenti, che dovrebbero essere indicizzati al costo della vita nelle diverse Regioni (il che eviterebbe anche di “spiazzare” i datori di lavoro privati nel Mezzogiorno, dove i salari reali dei dipendenti pubblici sono più alti).

Equità

Questo sembra essere il vero punto dolente della manovra. Pochissimo si è fatto sull’evasione fiscale. Si è ridotta la soglia della tracciabilità della transazioni a mille euro e poco altro. I tagli ai costi della politica sono minimi. Certo si dà il buon esempio, partendo dai gradini più alti. Ma perché non ridurre le dotazioni di Camera e Senato, forzandoli a tagliare i compensi poco trasparenti offerti esentasse ai parlamentari? E perché non sciogliere i consigli provinciali anziché solo le giunte? Al posto del balzello sui conti correnti e conti di deposito, che rischia di spingere ancora di più gli italiani a tenere i loro risparmi fuori dal sistema finanziario, non sarebbe stata più equa una mini-patrimoniale ordinaria con una aliquota bassa, ma una base più allargata?

Ma l’aspetto peggiore della manovra in termini di equità è la sospensione dell’indicizzazione per le pensioni al di sopra del minimo (con parziali eccezioni fino a due volte il minimo). È un provvedimento iniquo perché colpisce anche persone che non sono più in grado di generare redditi per compensare il taglio dei trasferimenti. La situazione di emergenza del paese può richiedere scelte così dolorose, testimoniate dalle lacrime del ministro Fornero. Ma se si sceglie di intervenire sui trattamenti in essere, bisogna farlo bene. Le misure introdotte dal governo sono del tutto arbitrarie. Inoltre, creano una constituency contro la crescita dato che tassi di crescita più elevati spesso si accompagnano a più alti tassi di inflazione. Sarebbe, invece, al tempo stesso più equo e più utile nel favorire un cambiamento, indicizzare le pensioni più ricche alla crescita economica, così come avviene in Svezia. Un intervento che permetterebbe di ottenere risparmi sostanziali sulla spesa pensionistica. Ma ancor più importante determinerebbe una compartecipazione dei pensionati alle perdite o ai guadagni dell’economia.

C’è infine il provvedimento che stabilisce un contributo aggiuntivo per chi ha beneficiato dello scudo fiscale, che interviene retroattivamente e viola un impegno sottoscritto dal governo con chi ha partecipato allo scudo oltre che essere di problematica attuazione. Certo lo scudo era un regalo agli evasori, come rimarcato più volte su questo sito. Ma l’intervento corrompe profondamente la certezza del diritto. Si paga un prezzo di credibilità molto alto per raccattare poco (perché chiedere solo l’1,5%?). Inoltre il provvedimento è di difficile attuazione dato che molti scudati hanno utilizzato società di comodo.

Crescita

Di provvedimenti per la crescita non c’è molto di più della deducibilità dell’Irap sul lavoro in linea con le misure già varate a suo tempo dal governo Prodi. Alla luce di quella esperienza, c’è solo da sperare nel miracolo.Il fatto è che l’Irap ha effetti indiretti sul costo del lavoro. Meglio sarebbe stato tagliare i contributi sociali. Il rifinanziamento dei Confidi per le piccole imprese non affronta il nodo centrale: quel fondo non è riuscito sin qui a contrastare la stretta creditizia decisa dalle banche. Perché dovrebbe riuscirci ora? Speravamo nella creatività del nuovo ministro dello Sviluppo, che certamente di queste cose si intende. Davvero poche le liberalizzazioni, circoscritte praticamente solo alle farmacie. Non c’è la riforma degli ordini professionali, rimandati (“di poche settimane”) i provvedimenti sul lavoro. Vedremo. Certo che se fossero stati inseriti nel decreto, avrebbero avuto un iter molto più rapido, adatto all’emergenza.

In sintesi, proprio perché siamo in condizioni di emergenza si poteva e si doveva fare di più. C’è comunque un miglioramento rispetto alle manovre estive soprattutto in materia previdenziale, deindicizzazione a parte, e nello spostare la tassazione dal lavoro ai patrimoni. Ma molto, davvero molto, resta ancora da fare. Noi continueremo a dare il nostro contributo costruttivo unendo come sempre alle critiche le proposte alternative.

*Tito Boeri – Ph.D. in Economia alla New York University, per 10 anni è stato senior economist all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, poi consulente del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, della Commissione Europea e dell’Ufficio Internazionale del Lavoro. Oggi è professore ordinario all’Economia Bocconi, dove ha progettato e diretto il primo corso di laurea interamente in lingua inglese. E’ Direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, responsabile scientifico del festival dell’economia di Trento e collabora con La Repubblica. I suoi saggi e articoli possono essere letti su www.igier.uni-bocconi.it.

**Fausto Panunzi - Ha conseguito il PhD presso il Massachusetts Institute of Technology. Attualmente insegna Economia Politica presso l’Università Bocconi. In precedenza ha insegnato presso l’Università di Bologna, l’Università di Pavia, Lecturer all’University College London, Research Fellow presso IDEI (Toulouse ) e IGIER. Le sue aree di interesse scientifico sono la Teoria dell’impresa, finanza d’impresa e Teoria dei contratti.

Venditori di siti web a Catania

Importante Software House ricerca giovani venditori/venditrici con lo scopo di implementare una rete di vendita per il lancio dei suoi nuovi prodotti informatici. Si ricercano: ragazzi di età compresa tra i 20 e i 28 anni, diplomati, studenti universitari o neolaureati. Sono richiesti: bella presenza, ottime capacità linguistiche, predisposizioni alle relazioni con il pubblico, conoscenze informatiche di base, capacità di vendita, certificazione IC3 (acquisibile durante il periodo di formazione). Sono gradite: esperienze di tipo commerciale. É previsto: un periodo di formazione iniziale che sarà seguito dalla stipula di un contratto a progetto. Curriculum vitae: É necessario inviare un curriculum vitae completo di foto.

La ZETEL S.r.l. opera nel campo della consulenza, progettazione e sviluppo software. La società nasce a Catania nel 1989, nel cuore dell’Etna Valley da un gruppo d’ingegneri con solide competenze maturate nel settore dei servizi informatici, dell’automazione industriale e delle telecomunicazioni. Dopo quasi un decennio d’attività l’azienda, attenta agli sviluppi dell’innovazione tecnologica, ha iniziato a dedicare le proprie energie allo sviluppo di una soluzione software orientata alla gestione delle strutture ricettive e Web Applications ZETEL è partner delle più importanti aziende Hardware e software fra cui Microsoft, IBM, CISCO, ORACLE, HP e SUN. Forte di tali collaborazioni, a oggi l’azienda dispone di una consolidata esperienza in ambiente UNIX e Windows, nel mondo del networking e di Internet. A garanzia del livello di qualità offerto dalla società, la ZETEL ha conseguito la certificazione UNI EN ISO 9001.



Provincia/Città:
[Sicilia] San Gregorio di Catania - CT
Data pubblicazione: 6-12-2011
Data scadenza: 5-3-2012
Inquadramento: Collaboratore a progetto
Settore di impresa: Informatica - IT

Area funzionale: COMMERCIALE
Zona di residenza: Tutta Italia
Permesso di lavoro: UNIONE EUROPEA
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REQUISITI:
Studi minimi: Diploma
Esperienza minima: meno di 1 anno
CONTRATTO E SALARIO:
Tipo di contratto: Lavoro a progetto



Grafico per azienda di Carpenedolo

ADECCO DI MONTICHIARI SELEZIONA UN GRAFICO/WEB DESIGNER PER AZIENDA DI CARPENEDOLO.

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Grafico
Web DesignerTitolo di studio:

Diploma / Accademia - Perito per le arti graficheNote: scopo: assunzione a tempo indeterminato



ContattiMONTICHIARI
Via Papa Paolo VI, numero 1
25018 Montichiari, BS
030 99 62 355

Luigi Tuccio, piccolo assessore con piccolo cervello: "Benigni ebreo comunista"

"Svegliaaa !! Abbiamo pagato Benigni per fargli fare l'ennesima filippica contro Berlusconi e la lode della merda! Comunista ebreo miliardario e senza contenuti. Non ho difficoltà a definire ebreo chi è miliardario ed ostenta umiltà e parsimonia in un contesto che non gli è consono. Ciò in ragione di costumi di vita tipici che ritengo attribuire ed assumendone la responsabilità. Il fatto che io non provi simpatia verso il popolo ebreo, non credo sia un'offesa". 
Queste le parole di tale Luigi Tuccio, che sul suo profilo Facebook ha pensato bene di rendere pubbliche le proprie considerazioni su Roberto Benigni.


Non ci sono gli estremi per la galera?

Gli appuntamenti con la scrittrice Antonella Colonna Vilasi

ANTONELLA COLONNA VILASI

Antonella (Civita Castellana), saggista, vive a Roma. Saggista con numerose opere all'attivo sulle tematiche criminologiche-forensi. Come scrittrice si è messa in evidenza per essere stata la prima autrice europea ad aver pubblicato una trilogia sui temi dell'intelligence. Ha pubblicato numerosi saggi su tematiche di particolare attualità: Intelligence. Nuove minacce e terrorismo (2008), Intelligence (2008), Segreto di Stato e Intelligence (2008), Europol (2008), Il bullismo (2008), Un conflitto "atipico": l'embargo statunitense a Cuba (2008), Il mercato dell'energia in Italia (2008), Crimine e onore. I codici di comportamento delle organizzazioni criminali (2008), I crimini internazionali (2008), Note di criminologia al femminile. Dalla parte delle vittime(2008), Frammenti di diritto pubblico generale (2008), La grafologia (2008), 'Ndrangheta, i mille volti di un sistema criminale (2008), Il terrorismo marittimo in un contesto globale (2008), Le testimonianze dei bambini (2008), Il terrorismo (2009), Io figlio parricida (2009), Pedagogia sociale. Scritti di pedagogia sociale contemporanea (2010), Il recupero sociale. Nuove prospettive di pedagogia sociale (2010), Pedagogia sociale 2 (2010),Manuale di educazione degli adulti (2010), Manuale d’Intelligence (2011).

Ha conseguito numerosi primi premi in concorsi letterari: 2009: "Nabokov", Civitavecchia; 2010: "La Rocca d'Oro", Paliano; "Bonifacio VIII - Città di Anagni"; "Pennino d'oro", Varese; "Firenze Capitale d'Europa"; "Giovanni Gronchi", Pontedera; "Prato Città di cultura"; "Mons Aureus" (ambasciatrice del premio), Montelepre. È componente della giuria del Premio "Roma si scrive".

Sulla sua attività di saggista hanno scritto, tra gli altri: F. Bruno (Psichiatra e Neurologo, titolare di Psicopatologia Forense e Criminologia Università degli Studi di Roma “La Sapienza) «Sono molto lieto di presentare questa pubblicazione relativa alla cooperazione tra gli organi di polizia in materia di criminalità. In questo lavoro viene analizzato il sistema creatosi con gli accordi di Schengen, per poi passare all'esame delle novità in tema di cooperazione di polizia tra gli stati dell' Unione Europea, nata con il Trattato di Maastricht; viene esaminato e approfondito, in particolare, il terzo pilastro di Maastricht. Si tratta la genesi dell' Europol, analizzandone le caratteristiche, le novità ed i problemi. Si analizza infine il trattato di Amsterdam e si approfondiscono le analisi del sistema dell' Interpol.»; P. Capri (Presidente Associazione italiana di Psicologia Giuridica) «...in questa pubblicazione tratta la tematica tanto attuale e urgente della veridicità dei racconti testimoniali dei minori, presunti oggetto di abusi sessuali.»; A. Corneli (Docente di relazioni internazionali e geopolitica, Scuola di specializzazione in giornalismo, Luiss-Guido Carli di Roma) «Il volume cade in un momento di particolare interesse perché il dibattito sulla dipendenza energetica dell’Italia si è fatto drammatico a causa dell’aumento eccezionale del prezzo del petrolio e del gas. E’ chiaro che soluzioni immediate in questo settore non sono possibili, a causa del rapporto tra investimento e consumo al dettaglio. Il libro fa il punto su un dibattito che, per la verità, si è protratto oltre ogni tempo ragionevole.»; S. Ferracuti (Psichiatra, docente di Psicologia Clinica) «...offre una disamina dei crimini internazionali perpetrati nei confronti di una collettività di individui, e dell’umanità in genere. I crimini di guerra, e lo studio della mente del "boia" è, comunque, stata sempre oggetto di attenzione, studio e ricerca cross- section da parte delle scienze psicologiche, sociologiche, giuridiche, filosofiche, oltre che del diritto penale internazionale.»; F. Imposimato (Giudice) «Sono lieto di presentare questo lavoro di C.V., esperta in tematiche di intelligence, che affronta il complesso tema del ruolo dell’intelligence nella lotta al terrorismo internazionale sotto molteplici aspetti, tutti di grande interesse e trattati con grande chiarezza e perizia.»; N. Malizia (Professore di criminologia Università degli Studi di Enna) «...analizza il dilagante fenomeno del bullismo con un apporto multicomprensivo e con un approccio metodologico che tiene conto degli ulteriori sviluppi in ambito psico-sociale, criminologico ed educativo presenti nella dottrina moderna.»; G.C. Marino (Professore di storia contemporanea, facoltà di Scienze Politiche a Palermo) «...C.V. si è piuttosto preoccupata di delineare un percorso di analisi, ovvero, se si preferisce, di segnare con piena consapevolezza soltanto un itinerario di dati essenziali, ai fini di un’informazione che i lettori potranno approfondire avvalendosi della puntuale bibliografia esplicitamente indicata in calce.»; S. Matone [Io, figlio parricida] «è dunque un libro che analizza la violenza adolescenziale e il fenomeno del parricidio come estremo di questo fenomeno, portato all’interno della letteratura scientifica italiana per comprenderlo secondo un’ ottica evolutiva e multifattoriale. Argomento affrontato al fine di analizzare quali fattori protettivi possono essere promossi da specifici training di apprendimento, onde evitare che lo sviluppo di un'adolescente si incanali in questa violenza.»; Mogol «In questa società ci sono diverse lacune. Alcune gravi. Di queste ultime C.V. se ne occupa con determinazione, competenza e amore. Mi auguro che il libro venga letto anche da chi ha la giusta passione di aiutare la gente ascoltando i suoi consigli e dando loro concretezza.»; R. Priore (Giudice) «Sono lieto di presentare [la] terza opera della trilogia sull’intelligence, dopo la pubblicazione di Intelligence. Nuove minacce e terrorismo, e Segreto di Stato e Intelligence, che costituisce un’attenta analisi del processo di intelligence ed un panorama sui servizi di informazione dei più importanti paesi d’Europa e degli altri continenti.»; S. Specchia (Docente di sociologia della sicurezza sociale e di criminologia minorile) «...analizza il fenomeno ‘Ndrangheta con un apporto multicomprensivo e con un approccio metodologico che tiene conto degli ulteriori sviluppi in ambito criminologico presenti nella dottrina moderna.»; M. Villanova (Titolare di Medicina preventiva e Psicopatologia forense, Psicologia dello Sviluppo, Criminologia Università Roma Tre) «Il terrorismo marittimo, visto in un focus storico ed internazionalistico, analizza la Dottrina e la Giurisprudenza, ed i vari trattati che si sono succeduti nella risoluzione dell’animus furandi, la pirateria ed i crimina juris gentium. Per i contenuti mirati anche alla riduzione del rischio globale attraverso la comprensione delle modalità di attuazione dei flussi migratori attraverso la violazione dei confini territoriali marittimi il volume a pieno titolo si colloca nella Collana sulla Prevenzione primaria e getta le basi teoriche per una sinergia di intervento fra i vari Operatori territoriali impegnati nella costruzione di un Rete a geografia totale e non limitata ai confini della terraferma.»; P.L. Vigna [Il terrorismo] «In questo volume, frutto della sua consolidata esperienza di saggista, C.V. analizza il tessuto terroristico, composto di fili rossi e neri, che per un lungo periodo di tempo ha coperto il nostro Paese di trame e di sangue ed ha costituito un concreto pericolo per l’assetto democratico della Repubblica. Il discorso muove, nel primo Capitolo, dall’esame della “strategia della tensione” della quale vengono lucidamente individuate le caratteristiche ed i risvolti interni ed internazionali. Con logica consequenzialità l’analisi prosegue con l’esame dei più rilevanti episodi di stragismo che si sono succeduti dal dicembre 1969 (Piazza Fontana) all’agosto 1980 (Stazione di Bologna)...»; V. Volterra(Professore di clinica psichiatrica a Bologna) «L'originale ed acuta prospettiva con la quale [l'autrice], profonda conoscitrice della materia, ha studiato ed analizzato i codici di comportamento delle organizzazioni criminali, fa risaltare come queste si configurino, in determinati contesti, come vere e proprie "subetnie" con specifici linguaggi, riti, iniziazioni, norme, modalità comunicative e riferimenti in una specie di particolare "cultura alternativa".».

PROSSIMAMENTE POTRETE INCONTRARE LA SCRITTRICE:



6 DICEMBRE ORE 20,00 PRESSO IL DUKE HOTEL A ROMA CON IL ROTARY CENTENARIO

7 DICEMBRE ORE 17 PRESSO LA CAMERA DEI DEPUTATI DI ROMA – CONVEGNO

10 DICEMBRE ORE 17 ASSOCIAZIONE UNAR VIA ULISSE ALDROVRANDI 16 – ROMA

12 DICEMBRE a 19,30 PRESSO CIRCUITI DINAMICI - MILANO

17 DICEMBRE ORE 18 ASCOLI PICENO LIBRERIA RINASCITA



8 GENNAIO ore 18 presso LA LIBRERIA LIBRANDO DI AMELIA - TR

14 GENNAIO ORE 10,30 CONVEGNO A MAZARA DEL VALLO, ORE 20 ROTARY E FIDAPA SALEMI

15 GENNAIO ORE 18 LIBRERIA KHALESA A PALERMO IN COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE PIO LA TORRE

27 GENNAIO ORE 18 A BOLOGNA CON ASSOCIAZIONE DEI POETI



3 FEBBRAIO ALLE 18 LIBRERIA A GALLIPOLI E ALLE 20 CONFERENZA PRESSO ROTARY

24 FEBBRAIO ORE 20 CONFERENZA PRESSO IL ROTARY ORBETELLO-ANSEDONIA

Calogero Miccichè: "A quando le primarie per Agrigento?"

Il Pd ha finalmente deciso: primarie di coalizione del centrosinistra per la città di Palermo. Per Agrigento quando ? Per questa ragione mercoledì 7 dicembre alle ore 16 la Feder. Provinciale di Sinistra Ecologia Libertà ha appositamente convocato una assemblea provinciale degli iscritti che si terrà presso il Centro Culturale PP. Pasolini via Atenea 123 Agrigento. L'assemblea dibatterà i temi della drammatica situazione politica, economica e finanziaria nazionale, ma sopratutto quella locale in preparazione del Forum per i beni comuni che si terrà pubblicamente in un locale cittadino prima di natale, organizzato da SEL, IDV, Federazione della Sinistra e PSI, ma aperto ai comitati civici e movimenti e quanti hanno interesse a formare una coalizione di sinistra per la competizione elettorale nella città di Agrigento della prossima primavera. La data precisa e il luogo dove si terrà il suddetto forum saranno comunicati lunedì prossimo.
Per questa ragione mercoledì 7 dicembre alle ore 16 la feder. Provinciale di Sinistra Ecologia Libertà ha appositamente convocato una assemblea provinciale degli iscritti che si terrà presso il Centro Culturale PP. Pasolini di Agrigento via Atenea 123, e nella quale saranno dibattute le questioni inerenti i programmi e le linee guida per una campagna elettorale che si prevede molto combattuta nello scacchiere della politica provinciale.

Calogero Miccichè coord. Prov. di Agrigento di Sinistra Ecologia Libertà

Agricoltura, il Ministero dichiara stato di calamità per zone alluvionate

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 

COMUNICATO STAMPA 


CATANIA, DICHIARATO STATO DI CALAMITÀ PER AIUTARE AGRICOLTORI 


“È stato dichiarato lo stato di calamità a seguito delle piogge alluvionali che hanno colpito alcuni territori delle Regioni Veneto, Calabria e Sicilia, causando danni alle strutture aziendali ed alle infrastrutture connesse all’attività agricola nei mesi di ottobre 2010, febbraio e marzo 2011. In questo modo, gli agricoltori situati nei territori delimitati potranno far fronte ai danni subiti alle strutture aziendali, alla ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte, grazie agli aiuti recati dal Fondo di Solidarietà Nazionale di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 102”. 

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha commentato l’emanazione di tre decreti datati 5 dicembre 2011, già inviati alla Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione, con i quali ha dichiarato lo stato di eccezionali avversità atmosferiche a carico di alcuni Comuni delle Province di Padova, Verona e Vicenza per la Regione Veneto, della Provincia di Reggio di Calabria per la Regione Calabria, ed infine della provincia di Messina per la Regione Sicilia. 

A seguito di tali provvedimenti, gli agricoltori dei territori calabresi inseriti nella dichiarazione contenuta nel decreto, potranno far fronte ai danni alle strutture aziendali agricole, agli impianti produttivi nonché alla ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte mediante contributi in conto capitale recati dal Fondo di Solidarietà Nazionale previsto dal decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 102. 

Per accedere agli aiuti previsti, i produttori agricoli devono dimostrare di aver subito danni superiori al 30% della produzione lorda vendibile. 

I Consorzi di bonifica o gli altri Enti interessati dei territori veneti, calabresi e siciliani, delimitati con i decreti soprarichiamati, che hanno in carico le infrastrutture danneggiate, potranno ripristinarle con oneri a carico Fondo di solidarietà nazionale. 

Le domande di intervento potranno essere presentate alle autorità regionali competenti entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto di declaratoria nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. 

I Comuni interessati sono: 

REGIONE VENETO - Provincia di Padova, Comuni di: Rovolon, Vo; Provincia di Verona, Comuni di: Albaredo D'adige, Arcole, Belfiore, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant'anna, Caldiero, Cazzano Di Tramigna, Cologna Veneta, Colognola Ai Colli, Grezzana, Illasi, Lavagno, Legnago, Mezzane Di Sotto, Minerbe, Montecchia Di Crosara, Monteforte D'alpone, Pressana, Ronca', San Bonifacio, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo, Soave, Terrazzo, Tregnago, Verona, Veronella, Zevio, Zimella; Provincia di Vicenza, Comuni di Albettone, Alonte, Altavilla Vicentina, Arcugnano, Asigliano Veneto, Barbarano Vicentino, Brendola, Campiglia Dei Berici, Castegnero, Castelgomberto, Cornedo Vicentino, Creazzo, Gambugliano, Longare, Montecchio Maggiore, Montegaldella, Monteviale, Nanto, Orgiano, Poiana Maggiore, San Germano Dei Berici, Sarego, Sossano, Sovizzo, Valdagno, Vicenza, Villaga. A seguito delle piogge alluvionali verificatesi dal 31.10.2010 al 25.12.2010. 

REGIONE CALABRIA - Provincia di Reggio Calabria, Comuni di: Anoia, Calanna, Candidoni, Cardeto, Cinquefrondi, Cittanova, Feroleto Della Chiesa, Fiumara, Galatro, Giffone, Laganadi, Laureana Di Borrello, Maropati, Melicucca', Melicucco, Molochio, Oppido Mamertina, Polistena, Reggio Di Calabria, Rizziconi, Rosarno, San Ferdinando, San Giorgio Morgeto, San Pietro Di Carida', San Roberto, Santa Cristina D'aspromonte, Sant'alessio In Aspromonte, Santo Stefano In Aspromonte,Scilla, Serrata, Taurianova, Terranova Sappo Minulio, Varapodio. A seguito delle piogge alluvionali verificatesi il 01.03.2011. 

REGIONE SICILIA - Provincia di Messina, Comuni di: Ali', Ali' Terme, Antillo, Casalvecchio Siculo, Castelmola, Fiumedinisi, Forza D'agro', Francavilla Di Sicilia, Furci Siculo, Gaggi, Giardini-Naxos, Graniti, Itala, Limina, Malvagna, Mandanici, Messina, Moio Alcantara, Motta Camastra, Nizza Di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, Roccella Valdemone, Sant'alessio Siculo, Santa Domenica Vittoria, Santa Teresa Di Riva, Saponara, Savoca, Scaletta Zanclea, Taormina. A seguito delle piogge alluvionali verificatesi dal 28 febbraio al 5 marzo 2011. 










Quattro Amministrativi a Catania

Gi Group ricerca per comune della provincia di Catania amministrativi. Si ricevono candidature fino al 13/12/2011. Richiesta residenza in zona. I candidati ambosessi (D.lgs. n. 198/2006), sono invitati a leggere l'informativa sulla privacy (D.Lgs 196/2003) sul  sito www.gigroup.it . 

Per candidarsi: catania.cagliari@gigroup.com

tel 0957225148

Ricerchiamo: 4 ADDETTO AMMINISTRATIVO
Sede di lavoro: CATANIA

Filiale di riferimento
CATANIA CAGLIARI (CORP)

Area di competenza
Amministrazione

Settore merceologico
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Mansione
ADDETTO AMMINISTRATIVO

Sede di lavoro
CATANIA

Descrizione

N° figure
4

Titolo di studio
Diploma

Tipo di contratto
Somministrazione a tempo determinato

Disponibilità oraria
part time

Lista speciale
NO

Data di inizio pubblicazione
06/12/2011

Data di fine pubblicazione
06/01/2012


Seminario "Avrò cura di te"


MESSINA, Biblioteca Provinciale dei Cappuccini - Via delleMura



La sfida della relazione nella società post-moderna

Avrò cura di te

Il Seminario è gratuito ed aperto al pubblico

Tuttavia è necessario fare una pre-iscrizione al sitowww.gestalt.it






Interverranno:

Dott. Giuseppe Cannella

Psichiatra, psicoterapeuta, didatta Istituto di Gestalt HCC Italy

Io – Tu siamo corpi



Dott. Giuseppe Mirone

Medico, psicoterapeuta, didatta Istituto di Gestalt HCC Italy

L’intenzionalità di contatto nelle parole per l’altro



Prof.ssa Margherita Spagnuolo Lobb

Direttore Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’Istituto di Gestalt HCC Italy

Il now-for-next nella relazione di cura


Nel corso dell’evento sarà presentato il volume di M. Spagnuolo Lobb

Il now-for-next in psicoterapia.

La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna,

Franco Angeli, 2011

Assemblea-dibattito su: DISSESTO IDROGEOLOGICO, TERRITORI, BENI COMUNI.

Il 18 Dicembre, giornata di azione globale contro il razzismo e per i diritti dei migranti (promossa dal forum sociale mondiale di Dakar), in tutto il mondo si manifesterà per i diritti umani, sociali e politici affinché ogni cittadino del pianeta possa decidere dove e come costruire il proprio futuro. A Messina il corteo del 18 vivrà anche del protagonismo dei temi della difesa del territorio e della salvaguardia dei beni comuni.
Il nostro territorio inizia a produrre un nuovo tipo umano: lo sfollato. Sempre più gente ormai vive in condizioni di disagio e di allontanamento forzato dalla propria abitazione a causa di eventi calamitosi. Le recenti alluvioni hanno dimostrato la nostra completa impreparazione ad affrontare il normale corso della natura che viene dipinta come un cattivo mostro che si abbatte sulle nostre vite distruggendo tutto. Se è vero, da un lato, che l'eccezionalità degli eventi atmosferici ha detrminato in larga misura l'entità degli ultimi disastri, è anche vero, dall'altro, che la politica di pianificazione del territorio della provincia di Messina è stata lasciata in mano a un'accozzaglia di predatori che hanno riversato centinaia di milioni di metri cubi di cemento in un territorio in cui l'emigrazione è altissima e che presenta una quantità elevatissima di abitazioni sfitte. La misura è colma, non c'è mercato immobiliare eppure la politica del mattone non finisce mai di stupire!
Sempre nuove concessioni vengono elargite a signorotti locali che, con la complicità dei poteri forti del territorio, occupano il suolo riccattando la cittadinanza e la politica. E' quello che accadrà con il Ponte sullo Stretto, il cui progetto prevede lo scarico di 8 milioni di metri cubi di materiale inerte proprio nelle prossimità delle zone recentemente alluvionate. E' quello che accade continuamente in ogni area ancora non predata e razziata da chi ha negli occhi solo il profitto e non si cura di porre le condizioni di minima vivibilità delle popolazioni. E mentre la sicurezza si declina, a livello nazionale come a livello locale, come mera repressione dell'illecito e del sovversivo, la politica dimentica l'altra accezione possibile del termine: sicurezza di avere un saldo terreno sotto i piedi. La sicurezza del territorio è la sicurezza che vogliamo. Il seminario di mercoledì, che si configura allo stesso tempo come un'assemblea pubblica, vuole essere un momento di discussione profonda per l'elaborazione di una proposta concreta! per risollevare questo territorio dalla politica dei disastri che in questi anni ha usufruito delle emergenze per continuare a vivacchiare e sopravvivere.

Fabio Moschella eletto vice presidente nazionale della Cia

Fabio Moschella, imprenditore agricolo siciliano, presidente provinciale della Cia di Siracusa, vice presidente regionale della Cia siciliana e presidente del Consorzio Limone di Siracusa Igp e' stato eletto oggi a Roma, dalla Direzione nazionale della Confederazione, vice presidente nazionale. Moschella affianchera', con altri tre colleghi il presidente Nazionale Giuseppe Politi nel governo della organizzazione. "L'elezione di Moschella - dichiara Carmelo Gurrieri, presidente Cia Sicilia - e' il riconoscimento delle capacita' professionali e dirigenziali del neo eletto e allo stesso tempo del ruolo che la Cia siciliana riveste nell'organizzazione nazionale. "L'elezione di Moschella - conclude Gurrieri - e' anche la conferma della ferma volonta' della Confederazione di proseguire nella direzione dell'autoriforma e del protagonismo degli agricoltori. A Fabio Moschella gli auguri di buon lavoro nella convinzione che il suo apporto sarà utile e concreto a rafforzare l'attivita della Cia che a valorizzare anche il lavoro che stiamo portando avanti come nella nostra regione".