mercoledì 30 novembre 2011

Riccardo Muti: "Paolo Borsellino era un uomo eccezionale"

«Paolo Borsellino era certamente un uomo eccezionale. Sfortunatamente non ho avuto modo di conoscerlo personalmente. Lui rappresentava la dignità, l´onestà, la grandezza tipica di quegli uomini che hanno pagato con la propria vita il senso del dovere teso a ristabilire l´onestà nel nostro Paese. In Sicilia e nel sud, oltre agli aspetti negativi che fanno notizia anche fuori dai confini nazionali, c´è una grande realtà umana e sociale che persone come Borsellino intendevano esaltare».
Il maestro Riccardo Muti è stato premiato nel Teatro Massimo bellini di Catania con una edizione speciale del
Premio «Paolo Borsellino, eroe italiano », per la sua «ininterrotta attività non solo nelle più prestigiose sedi internazionali, ma anche nei luoghi 'di guerra, dove ha portato un messaggio di pace e di strenua lotta contro le mafie del mondo».
Un italiano in prima fila nella battaglia per la difesa della cultura e dei valori culturali e civili. Protagonista del movimento per il ripristino dei fondi alla cultura tagliati dal governo Berlusconi, e di tanti concerti gratuiti nei luoghi più segnati dalla sofferenza nel mondo, come Sarajevo, Ground Zero e la bidonville di Nairobi,
Muti, da uomo del sud come ama ripetere (padre pugliese e madre napoletana), vuole ancora rendere omaggio a Borsellino e a quello che ha rappresentato: «Ricevo questo premio con un senso
di riconoscenza per il significato che ha, ma anche con un certo disagio in considerazione della straordinarietà dell’uomo di cui porta il nome. Mi sento non degno di fronte a chi ha pagato con la vita. Naturalmente mi fa piacere il riconoscimento alla mia attività di direttore d'orchestra».

Rete Disarmo al Senato: non modificate senza confronto la legge sull’export di armamenti

Una lettera aperta a tutti i capogruppo del Senato e ai componenti delle Commissioni Affari Esteri, Difesa e Politiche Comunitarie. E’ questa la strada scelta dalla Rete Italiana per il Disarmo e le sue aderenti (circa trenta organismi di varia natura che hanno scelto l’impegno per il controllo degli armamenti e per una prospettiva di disarmo) per chiedere al Senato di fermare l’ipotesi di una delega al Governo per la modifica della legge 185/90. Tale norma, da venti anni tra le più avanzate al mondo in tema di controllo del commercio di armi con alti principi di trasparenza, potrebbe essere modificata per effetto di un recepimento di norme comunitarie relative ai meccanismi di licenza all’export (la Direttiva 2009/43/CE relativa alla semplificazione dei trasferimenti di arma tra i Paesi dell’Unione Europea).


Nella lettera si legge come: “il Governo, per la prima volta, su una materia così delicata che riguarda la politica estera e di sicurezza del Paese, ha deciso di fare approvare al Parlamento una legge delega”. La Rete Italiana per il Disarmo, anche nei precedenti passaggi parlamentari di tale testo, ha sempre osteggiato questa ipotesi ritenendo che la riscrittura della legge 185/90 determinata da scelte Comunitarie ed effettuata senza confronto possa costituire un rischio, per come ora è definita, riguardo alla diminuzione dei controlli dei trasferimenti di armi e per la relativa trasparenza. Il testo inserito nella “Comunitaria” non contiene in modo definito e rigoroso i principi e i criteri direttivi che dovrebbero improntare la redazione del decreto legislativo conseguente, lasciando mano libera all’esecutivo e sottraendo la questione all’esame del Parlamento.


I Presidenti e Referenti delle organizzazioni della Rete che hanno sottoscritto la lettera sottolineano come “pur modificata nel 2003, l'attuale legge che regola l'export miliare italiano è nata di fatto come una una legge di iniziativa popolare: fortemente richiesta e sostenuta da un ampio movimento della società civile e dell’associazionismo laico e cattolico è stata promulgata dopo cinque anni di intenso confronto parlamentare lungo due legislature”.


Da queste considerazioni discende l’appello ai Senatori per arrivare ad uno stralcio dell’articolo della Comunitaria che porterebbe a questa modifica, muovendosi invece per un recepimento delle indicazioni UE che possa continuare a garantire quanto previsto dalla Legge 185 del 1990 considerata in Italia e all'estero un modello a livello internazionale per i divieti che impone ai trasferimenti (verso paesi in conflitto, dove si registrano violazioni dei diritti umani) e per le rigorose procedure che accompagnano l’iter autorizzatorio.


La lettera, accompagnata da una scheda di approfondimento (“ La legge comunitaria 2010 e le modifiche alla legge 185 del 1990 sui trasferimenti di armi!”) elaborata dall’Istituto di Ricerche Archivio Disarmo, è una presa di posizione ufficiale della Rete Italiana per il Disarmo ed è stata sottoscritta da:


Marta Abinti, Presidente “Coordinamento Comasco per la Pace”
Fabrizio Battistelli, Presidente “Archivio Disarmo”
Sergio Bergami, Presidente “MIR - Movimento Internazionale della Riconciliazione”
don Albino Bizzotto, Presidente “Beati i costruttori di Pace”
Enrico Maria Borrelli, Presidente “Forum per il Servizio Civile”
don Nandino Capovilla, Coordinatore nazionale di “Pax Christi Italia”
Alfredo Cucciniello, Responsabile nazionale “Dipartimento Pace e stili di vita Acli”
Simone Del Curto, Presidente “Agenzia per la Pace Valtellina, Valchiavenna e Alto Lario”
don Tonio Dell'Olio, Responsabile “Libera International”
Giuseppe Farina, Segretario generale “Fim-Cisl”
Luigi Idili, Presidente di “Mani Tese”
Alessandro Marescotti, Presidente “Peacelink”
Alessandra Mecozzi, responsabile “Ufficio Internazionale – FIOM”
Andrea Olivero, Presidente nazionale “Acli”
Licio Palazzini, Presidente “Arci Servizio Civile”
Massimo Paolicelli, Presidente “Associazione Obiettori Nonviolenti”
Carlo Tombola, Coordinatore scientifico “OPAL - Osservatorio permanente sulle Armi Leggere”
Riccardo Troisi, Presidente “Consorzio Città dell'Altreconomia”
Mao Valpiana, Presidente “Movimento Nonviolento”
Francesco Vignarca, Coordinatore “Rete Italiana per il Disarmo”
Paola Villa, Presidente “IPSIA”
padre Fernando Zolli, Commissione GPIC della Conferenza degli Istituti Missionari in Italia

Accesso anticipato al pensionamento per gli addetti a lavorazioni usuranti

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 276 del 26 novembre 2011, il decreto 20 settembre 2011 per l'accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti.
La domanda di accesso al beneficio (di cui all'art. 2, comma l, del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67), va presentata all'ente previdenziale presso il quale il lavoratore interessato è iscritto.
La domanda dovrà contenere i seguenti elementi:
a) indicare la volontà di avvalersi, per l'accesso al pensionamento, dei beneficio di cui al decreto legislativo;
b) specificare i periodi per i quali è stata svolta ciascuna delle attività lavorative di cui all'art. 1, comma 1, lettere a), b), c) e d), del decreto legislativo, fermo restando che, relativamente alla lettera b), il rinvio al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, in essa contenuto, ha valore esclusivamente definitorio delle caratteristiche temporali del lavoro notturno;
c) contenere, in relazione alle tipologie di attività lavorative di cui all'art. 1, comma 1, lettere da a) a d), del decreto legislativo, la corrispondente documentazione minima necessaria indicata nella tabella A allegata al presente decreto, di cui è parte integrante.
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

DECRETO 20 settembre 2011
Accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni
particolarmente faticose e pesanti. (11A15225)
IL MINISTRO DEL LAVORO
E DELLE POLITICHE SOCIALI
di concerto con
IL MINISTRO DELL'ECONOMIA
E DELLE FINANZE
Visto l'art. 1 della legge 4 novembre 2010, n. 183;
Visto l'art. l, commi 3, lettere da a) a f), 90 e 91 della legge 24
dicembre 2007, n. 247;
Visto l'art. 1 della legge 23 agosto 2004, n. 243, come modificato
dall'art. 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 247;
Visto l'art. 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,
convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122;
Visto il decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66;
Visto l'art. 4 del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, che
prevede l'emanazione di un decreto del Ministro del lavoro e delle
politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle
finanze, per stabilire le modalita' di attestazione dello
svolgimento, da parte dei lavoratori, delle attivita' di cui all'art.
1, lettere a), b), c) e d) del medesimo decreto legislativo;
Visto l'art. 2 del decreto del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale di concerto con i Ministri del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica, della sanita' e per la
funzione pubblica del 19 maggio 1999;
Sentite le organizzazioni sindacali comparativamente piu'
rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro in data 13
luglio 2011;
Decreta:
Art. 1
Domanda di accesso al beneficio
1. La domanda di cui all'art. 2, comma l, del decreto legislativo
21 aprile 2011, n. 67, di seguito denominato «decreto legislativo» e'
presentata all'ente previdenziale presso il quale il lavoratore
interessato e' iscritto, secondo modalita' definite dall'ente
medesimo.
2. Ai fini della procedibilita' dell'istanza, la domanda di cui al
comma 1 deve:
a) indicare la volonta' di avvalersi, per l'accesso al
pensionamento, dei beneficio di cui al decreto legislativo;
b) specificare i periodi per i quali e' stata svolta ciascuna delle
attivita' lavorative di cui all'art. 1, comma 1, lettere a), b), c) e
d), del decreto legislativo, fermo restando che, relativamente alla
lettera b), il rinvio al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, in
essa contenuto, ha valore esclusivamente definitorio delle
caratteristiche temporali del lavoro notturno;
c) contenere, in relazione alle tipologie di attivita' lavorative
di cui all'art. 1, comma 1, lettere da a) a d), del decreto
legislativo, la corrispondente documentazione minima necessaria
indicata nella tabella A allegata al presente decreto, di cui e'
parte integrante.
3. La documentazione di cui all'art. 2, comma 2, del decreto
legislativo, prodotta in copia, che il datore di lavoro e' tenuto a
rendere disponibile per il lavoratore, entro trenta giorni dalla
richiesta, tenuto conto degli obblighi di conservazione della
medesima, deve riportare, salvo i casi di comprovata impossibilita',
la dichiarazione di conformita' all'originale rilasciata dal datore
di lavoro o dal soggetto che detiene stabilmente la documentazione in
originale.
Art. 2
Procedimento accertativo
1. L'istruttoria delle domande trasmesse ai sensi dell'art. 1 del
presente decreto e' svolta dalla sede territorialmente competente
dell'ente previdenziale presso il quale il lavoratore e' iscritto.
Per la verifica dei requisiti necessari per accedere al beneficio ed
in relazione alle singole istanze, detto ente puo' avvalersi di
rappresentanti di altri enti previdenziali e assicurativi e del
Ministero del lavoro e delle politiche sociali nonche' della
collaborazione, sulla base di specifiche intese, di rappresentanti
delle aziende sanitarie locali o di altri enti pubblici.
2. Con conferenza di servizi indetta ai sensi dell'art. 14 della
legge 7 agosto 1990, n. 241, e' fornita agli enti previdenziali
interessati, ove necessario, ogni indicazione per la specificazione
dei criteri da seguire nell'espletamento del procedimento
accertativo, con particolare riferimento all'accertamento delle
attivita' di cui all'art. 1, comma l, lettera c), del decreto
legislativo e del rispetto dei requisiti quantitativi di lavoro
indicati all'art. l, commi 1, lettera b), 2 e 6 del medesimo decreto
legislativo.
Art. 3
Monitoraggio e meccanismo di salvaguardia
1. Il monitoraggio delle domande accolte, ai fini della
individuazione di eventuali scostamenti rispetto alle risorse
finanziarie annualmente disponibili per legge, e' effettuato
attraverso l'analisi dei dati provenienti dall'accentramento, presso
l'INPS, delle informazioni trasmesse dagli enti previdenziali
interessati e concernenti:
a) la data di perfezionamento, per ogni lavoratore, dei requisiti
pensionistici agevolati;
b) l'onere finanziario connesso ad ogni anticipo pensionistico;
c) la data di presentazione della domanda di accesso al beneficio.
2. Qualora l'onere finanziario accertato attraverso il procedimento
di cui al comma 1 sia superiore allo stanziamento previsto, la
decorrenza dei trattamenti pensionistici anticipati e' differita in
ragione della data di maturazione dei requisiti agevolati e, a
parita' degli stessi, della data di presentazione della domanda di
accesso al beneficio.
3. All'espletamento delle attivita' di monitoraggio e di eventuale
differimento del trattamento pensionistico si provvede attraverso
indizione, da parte del Ministero del lavoro e delle politiche
sociali, di apposita conferenza di servizi di cui all'art. 14 della
legge 7 agosto l 990, n. 241.
Art. 4
Comunicazioni dell'ente previdenziale
1. In esito alla domanda di accesso al beneficio di cui all'art. 2,
comma l, del decreto legislativo, l'ente previdenziale comunica al
lavoratore interessato entro il 31 dicembre 201 l in riferimento alla
lettera a) del predetto comma 1, ed entro il 30 ottobre di ciascun
anno in riferimento alla lettera b) del medesimo comma 1:
a) l'accoglimento della domanda, con indicazione della prima
decorrenza utile, qualora sia accertato il possesso dei requisiti
relativi allo svolgimento delle lavorazioni faticose e pesanti e sia
verificata la sussistenza della relativa copertura finanziaria;
b) l'accertamento del possesso dei requisiti relativi allo
svolgimento delle lavorazioni faticose e pesanti, con differimento
della decorrenza del trattamento pensionistico in ragione
dell'insufficiente copertura finanziaria; in tal caso, la prima data
utile per l'accesso al pensionamento viene indicata con successiva
comunicazione in esito al monitoraggio di cui all'art. 3;
c) il rigetto della domanda, qualora non sia accertato il possesso
dei requisiti relativi allo svolgimento delle lavorazioni faticose e
pesanti.
Art. 5
Verifiche ispettive
1. L'espletamento dell'attivita' di verifica di cui all'art. 4,
comma 1, lettera d), del decreto legislativo e' svolta, sulla base di
intese a livello territoriale tra enti previdenziali e Ministero del
lavoro e delle politiche sociali, sulle istanze individuate dalle
predette amministrazioni in relazione alla complessita'
dell'istruttoria.
Art. 6
Modalita' di rilevazione e comunicazione
1. Con riferimento alle attivita' lavorative svolte a decorrere
dall'anno 2011, il datore di lavoro comunica in via telematica alla
Direzione provinciale del lavoro e all'ente previdenziale
interessato, attraverso la compilazione di un unico modello
disponibile sul sito istituzionale del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali:
a) ai fini di cui all'art. 2, comma 5, del decreto legislativo,
con periodicita' almeno annuale, il periodo o i periodi nei quali
ogni dipendente ha svolto le lavorazioni di cui all'art. 1, comma 1,
lettere da a) a d), del decreto legislativo; in caso di svolgimento
di lavoro notturno ai sensi della lettera b) del predetto comma 1,
detta comunicazione deve indicare, per ogni dipendente, il numero dei
giorni di lavoro rientranti in tale tipologia e puo' valere anche ai
fini di cui alla lettera b), numero l, del presente comma;
b) ai fini di cui all'art. 5, commi 1 e 2, del decreto
legislativo:
1) con periodicita' annuale, l'esecuzione di lavoro notturno svolto
in modo continuativo o compreso in regolari turni periodici;
2) entro trenta giorni dall'inizio, lo svolgimento delle
lavorazioni indicate dall'art. 1, comma 1, lettera c), del decreto
legislativo.
2. In caso di omissione delle comunicazioni di cui al comma 1,
lettera b), si applica quanto previsto dall'art. 5, comma 3, del
decreto legislativo.
3. Modalita' diverse di esecuzione degli adempimenti di cui al
comma 1 possono essere introdotte con apposite convenzioni tra il
Ministero del lavoro e delle politiche sociali e gli enti
previdenziali interessati.
Art. 7
Scambio di dati tra enti
1. Gli enti che gestiscono forme di assicurazione obbligatoria
provvedono, anche ai fini del procedimento accertativo di cui
all'art. 2 e delle verifiche ispettive di cui all'art. 5, allo
scambio di dati ed elementi conoscitivi, anche attraverso modalita'
informatiche, in ordine alle lavorazioni di cui all'art. 1, commi l e
6, del decreto legislativo. Con particolare riferimento
all'accertamento delle attivita' di cui all'art. 1, comma 1, lettera
c) e ai periodi di cui al comma 2 dei medesimo art. 1 del decreto
legislativo, l'utilizzo da parte dell'ente previdenziale delle
informazioni relative alla dimensione, all'assetto organizzativo
dell'azienda e alle tipologie di lavorazioni aziendali, anche come
risultanti dall'analisi dei dati amministrativi in possesso degli
altri enti previdenziali e assicurativi, avviene secondo modalita'
stabilite da specifiche intese tra i predetti enti.
Art. 8
Ricorsi amministrativi
1. In relazione alle istanze di accesso al beneficio dichiarate
procedibili ma escluse comunque dal beneficio, il lavoratore puo'
promuovere, esclusivamente per motivi di merito ed entro trenta
giorni dalla comunicazione di esclusione, ricorso al Comitato
regionale per i rapporti di lavoro di cui all'art. 17 del decreto
legislativo del 23 aprile 2004, n. 124. Decorso inutilmente il
termine di novanta giorni previsto per la sua decisione il ricorso si
intende respinto.
2. Ai fini di cui al comma l, i Comitati regionali per i rapporti
di lavoro sono integrati da rappresentanti con qualifica dirigenziale
dell'INPDAP e dell'ENPALS qualora, sulla base delle valutazioni del
presidente dello stesso Comitato, tale integrazione si riveli
necessaria in relazione allo specifico ricorso.
3. Ai rappresentanti designati ai sensi del comma 2, non spetta
alcun compenso, rimborso spese o indennita' di missione.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana.
Roma, 20 settembre 2011
Il Ministro del lavoro
e delle politiche sociali
Sacconi
Il Ministro dell'economia
e delle finanze
Tremonti
Registrato alla Corte dei conti il 2 novembre 2011
Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla
persona e dei beni culturali, registro n. 13, foglio n. 151

La libertà di internet è in pericolo

Cari amici,

In queste ore il Congresso americano sta discutendo una legge che gli conferirebbe il potere di censurare internet in tutto il mondo, grazie a una lista nera che potrebbe includere YouTube, WikiLeaks e perfino gruppi come Avaaz!

Secondo questa nuova legge gli Stati Uniti potrebbero costringere i fornitori di servizi internet a bloccare qualunque sito sospetto di violare il diritto d'autore o la legge sulla registrazione dei marchi. E visto che la gran parte dei fornitori di internet si trova proprio negli Stati Uniti, la loro lista nera si ripercuoterebbe sulla libertà di tutti noi di navigare in rete.

Il voto potrebbe succedere da un giorno all'altro, ma noi possiamo fermarlo: i coraggiosi membri del Congresso che si stanno battendo in difesa della libertà di espressione ci garantiscono che un appello internazionale li rafforzerebbe molto. Uno di loro, il Senatore Wyden, farà ostruzionismo leggendo i nomi dei firmatari della nostra petizione per bloccare il voto! Uniamo le nostre voci da ogni angolo del pianeta e costruiamo una petizione da record. Clicca sotto per firmare e fai il passaparola con tutti:

http://www.avaaz.org/it/save_the_internet/?tta

Per anni il governo americano ha condannato paesi come la Cina e l'Iran per il loro blocco di internet. Ma ora l'impatto delle nuove leggi censorie americane potrebbe essere di gran lunga peggiore, perché di fatto bloccherebbe! i siti a tutti gli utenti internet in giro per il mondo.

Lo scorso anno una legge simile era stata stralciata prima di arrivare al Senato, ma ora è tornata, anche se in una veste nuova. Le leggi sul copyright già esistono e fanno il loro corso nell'apparato giudiziario. Ma questa nuova legge si spinge oltre, garantendo al governo e alle multinazionali poteri enormi per costringere i fornitori e i motori di ricerca a bloccare i siti internet soltanto sulla base di supposte violazioni. Il bello è che non ci saranno né processi né condanne per crimini di nessun tipo!

I difensori della libertà di espressione negli Stati Uniti hanno lanciato l'allarme, e alcuni senatori chiave stanno cercando il sostegno necessario per fermare questa legge pericolosissima. Non abbiamo tempo da perdere: mettiamoci dalla loro parte per far sì che i legislatori americani difendano la libertà di internet come modo essenziale per le persone in tutto il mondo di scambiarsi idee e costruire insieme il mondo che vogliamo. Firma sotto per fermare la censura americana e per salvare internet così come lo conosciamo oggi: 

http://www.avaaz.org/it/save_the_internet/?tta

Nei mesi scorsi, dalla primavera araba al movimento degli indignati, abbiamo visto come internet può galvanizzare, unire e cambiare il mondo. Se uniamo le forze ora possiamo fermare questo nuovo attacco alla libertà di internet. Lo abbiamo già fatto in passato: in Italia e in Brasile i membri di Avaaz hanno vinto incredibili vittorie per la libertà di internet. Portiamo queste battaglie a livello mondiale, e mobilitiamoci per difenderci dal più grande pericolo di censura che internet abbia mai corso. 

Con speranza, 

Luis, Dalia, Diego, Emma, Ricken, Aaron, Antonia, Benjamin e il resto del team di Avaaz 

Più informazioni: 

Google e Facebook contro le leggi anti-pirateria (Giornalettismo)
http://www.giornalettismo.com/archives/169121/google-e-facebook-contro-le-leggi-anti-pirateria/ 

Usa, stretta sulla musica web. Vietato anche cantare cover (La Repubblica)
http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/10/22/news/bieber-23547008/ 

Legge anti-pirateria negli Usa, lo strappo di Google (Corriere delle comunicazioni) 
http://www.corrierecomunicazioni.it/news/85292/legge_antipirateria_negli_usa_lo_strappo_di_google

Lo streaming è come un download illegale e si rischiano fino a 5 anni di carcere (PMI-dome)
http://www.i-dome.com/articolo/19036-Lo-streaming-%C3%88-come-un-download-illegale-.html 

La legge anti-pirateria permetterà di rimuovere i siti da internet - in inglese (Digital Journal)
http://digitaljournal.com/article/313463 

La pericolosa legge anti-internet è tornata ed è peggio di prima - in inglese (EFF)
https://www.eff.org/deeplinks/2011/10/disastrous-ip-legislation-back-%E2%80%93-and-it%E2%80%99s-worse-ever

CHI SIAMO
Avaaz.org è un'organizzazione no-profit e indipendente con 10 milioni di membri da tutto il mondo, che lavora perché le opinioni e i valori dei cittadini di ogni parte del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali (Avaaz signifi! ca "voce" in molte lingue). I membri di Avaaz vivono in ogni nazione del mondo; il nostro team è sparso in 13 paesi distribuiti in 4 continenti e opera in 14 lingue. Clicca qui per conoscere le nostre campagne più importanti, oppure seguici su Facebook o Twitter.

Questa e-mail è stata inviata a claradelu@libero.it. Per cambiare il tuo indirizzo e-mail, ricevere le e-mail in un'altra lingua o altre informazioni contattaci utilizzando questo modulo. Per non ricevere più le nostre e-mail, invia un'e-mail a unsubscribe@avaaz.org oppure clicca qui.Per contattare Avaaz non rispondere a questa e-mail, ma scrivici utilizzando il nostro mo! dulo www.avaaz.org/it/contact, oppure telefonaci al 1-888-922-8229 (USA). 

Uno spiraglio di cambiamento da realizzare con urgenza

Ai sensi degli articoli 7 e 48 della legge 25 maggio 1970 n. 352 la cancelleria della Corte Suprema di Cassazione ha annunciato, con pubblicazione sulla GU n. 227 del 29-9-2011, la promozione della proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo:
«Adeguamento alla media europea degli stipendi,emolumenti,indennità degli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale».

L’iniziativa, nata in modo trasversale ai partiti e promossa dal gruppo facebook “Nun Te Regghe Più”, dal titolo della famosa canzone di Rino Gaetano, ha come obiettivo la promulgazione di una legge di iniziativa popolare formata da un solo articolo:
“i parlamentari italiani eletti al senato della repubblica, alla camera dei deputati, il presidente del consiglio, i ministri, i consiglieri e gli assessori regionali, provinciali e comunali, i governatori delle regioni, i presidenti delle province, i sindaci eletti dai cittadini, i funzionari nominati nelle aziende a partecipazione pubblica, ed equiparati non debbono percepire, a titolo di emolumenti, stipendi, indennità, tenuto conto del costo della vita e del potere reale di acquisto nell’unione europea, più della media aritmetica europea degli eletti negli altri paesi dell’unione per incarichi equivalenti”

La raccolta firme viene effettuata tramite appositi moduli vidimati depositati negli uffici elettorali dei comuni italiani, qui l’elenco aggiornato in tempo reale dei comuni nei quali è già possibile andare a firmare:

L’iniziativa è completamente autofinanziata dai promotori e dagli aderenti quindi la diffusione dei moduli potrà essere non omogenea, eventuali segnalazioni di Comuni sprovvisti di moduli potranno essere effettuate direttamente nel gruppo facebook http://www.facebook.com/groups/nunteregghepiu/ o all’indirizzo di posta elettronica legge.ntrp@gmail.com


50.000 firme sono il minimo richiesto dalla legge per la presentazione della proposta, 80.000 sono il numero necessario per sopperire ad eventuali errori e anomalie di raccolta ma il vero obiettivo è quello di poter raccogliere le firme di tutti gli italiani stanchi di mantenere i privilegi di una classe politica capace solo di badare ai propri interessi personali. Una firma non costa molto, continuare a restare indifferenti costa molto di più.
Andate a firmare nel vostro comune e non fatelo da soli.

IMPORTANTE FACCIAMOCI SENTIRE

Inizia ufficialmente la raccolta firme per rendere illegale il trattamento privilegiato della classe politica
Da lunedì tutti i municipi sono attivi per la raccolta delle firme.
Vi invito a firmare con consapevolezza e senso del dovere, per il nostro bene , per i nostri figli, per il nostro Paese.
Grazie ...

Il Ministro Cancellieri: come faremmo senza immigrati?

Secondo la responsabile del Viminale, "un grande Paese, come e' l'Italia, deve favorire gli immigrati, aiutano il sistema a crescere''. “Molte aziende, anche e soprattutto al Nord, esistono grazie agli immigrati. Pensi solo per un attimo alle stalle in Emilia Romagna o alle concerie in Veneto, zone che conosco – spiega all’intervistatore - perche' ci ho lavorato da prefetto".
Secondo il neo ministro dell’Interno: "L'immigrazione va favorita nell'ambito delle leggi. Molte aziende, anche e soprattutto al Nord, esistono grazie ai lavoratori stranieri"

"Le leggi vanno rispettate, assolutamente, senza alcun tipo di flessione. Non ci possono essere altre Rosarno. E l'immigrazione va favorita nell'ambito appunto delle leggi. Chi viene da Paesi lontani va considerato una risorsa, sempre".

Sono i due principi che guideranno l’azione sull’immigrazione del nuovo ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, come lei stessa ha spiegato oggi in un'intervista al quotidiano 'Il Mattino'.



Le tragiche alluvioni di Messina e Genova già sparite da Tg e giornali

No morti? No party. Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere. Passato il clamore dei primi giorni, dopo aver subito la "dovuta" dose di sciacallaggio mediatico, i mezzi di informazione non parlano più dei luoghi alluvionati. Torna il sole ed i riflettori si spengono. E' sempre la stessa storia.
La tv ci bombarda quotidianamente di "notizie" spazzatura, addormentandoci le coscienze.

Il sindaco di Saponara (Me) Nicola Venuto ha proclamato lutto cittadino per domani giorno dei funerali delle tre vittime dell'alluvione del 22 novembre scorso. Lo stesso hanno fatto i sindaci di Rometta, Roberto Abadessa e di Villafranca Tirrena Pietro Giovanni La Tona. A celebrare la messa domani alle 10,30 alla chiesa di San Domenico di Saponara Marittima in ricordo delle tre vittime di Saponara Luca Vinci e e Giuseppe e Luigi Valla sara' l'arcivescovo di Messina Calogero La Piana.(ANSA).


Ma le dimissioni di Nicoli Cristiani non dovrebbero essere scontate?

Fatemi capire. Il vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia viene arrestato ma rimane in carica. Gli trovano una busta con 100 mila euro in contanti a pezzi da 500 euro e rimane in carica. In un paese civile un rappresentante delle istituzioni che viene arrestato non dovrebbe decadere automaticamente?

Sull’arresto del vicepresidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani intervengono Luca Gaffuri e Maurizio Martina, capogruppo consiliare e segretario regionale del Pd: “Chiediamo al presidente Formigoni di venire in Aula a riferire già nella seduta di martedì prossimo, ma anche di dare avvio quanto prima a un’indagine all’interno dell’Arpa. 
Sono poi necessarie le dimissioni di Nicoli Cristiani dal suo incarico nell’Ufficio di presidenza del Consiglio, perché tutti si devono far carico di tutelare, in un momento così delicato, la funzione e il ruolo della stessa assemblea”.

Bè io non credo che le dimissioni di Nicoli Cristiani siano "necessarie". Le sue dimissioni dovrebbero essere scontate, automatiche.
Trovo proprio assurdo che debba essere lui a dimettersi.

martedì 29 novembre 2011

Un supervirus dell'influenza, in grado di sterminare la popolazione

Roma, 29 nov. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Creato in laboratorio un supervirus dell'influenza, virtualmente capace di sterminare la popolazione. I ricercatori che l'hanno prodotto vogliono che il loro lavoro sia pubblicato, mettendo dunque nero su bianco come si può riuscire a ottenere un virus così contagioso e aggressivo. Ma la comunità scientifica si oppone alla pubblicazione, in tanti sollevano dubbi sull'opportunità dell'esperimento. E divampano le polemiche.
Il virus è una variante geneticamente modificata dell'H5N1, responsabile dell'influenza aviaria: la versione ottenuta in laboratorio è in grado di trasmettersi molto più facilmente da uomo a uomo e potrebbe contagiare milioni di persone in tempi rapidissimi. La nuova 'creatura' incarna le paure della comunità scientifica, da sempre preoccupata che il virus dell'aviaria - attualmente aggressivo ma non abbastanza contagioso - potesse mutare geneticamente acquisendo la capacità di causare una pandemia.

L'equipe coordinata dal virologo Ron Fouchier, dell'Erasmus Medical Centre in Olanda, ha dimostrato che bastano solo 5 passaggi per far mutare il virus dell'aviaria in un microrganismo altamente contagioso. L'esperimento, condotto sui furetti, che sono ormai diventati il modello animale di prima scelta per i test sui virus influenzali, fa parte di una più ampia ricerca internazionale per comprendere meglio l'H5N1.

Il virologo che ha coordinato lo studio - si legge sul quotidiano britannico Daily Mail - è consapevole che potrebbe ben presto abbattersi su di lui una tempesta mediatica. Ha già ingaggiato un consigliere per lavorare insieme a una strategia di comunicazione. Lo scienziato, infatti, non intende fare retromarcia: ammette che il virus creato è "uno dei più pericolosi che si possano ottenere", ma è lo stesso deciso a voler pubblicare come ci è riuscito.

La pubblicazione agita la comunità scientifica, divisa fra la libertà di stampa e la necessità di regolamentare ricerche che potrebbero avere effetti benefici sulla salute pubblica, ma allo stesso tempo potrebbero essere strumentalizzate e rivelarsi utili per il bioterrorismo.

Le polemiche riguardano lo studio olandese, ma anche un lavoro simile, condotto da ricercatori americani (università del Wisconsin) e giapponesi (università di Tokyo) sempre sull'H5N1. Entrambe sono sotto esame da parte dello statunitense National Science Advisory Board for Biosecurity (Nsabb), che non ha il potere di bloccare la pubblicazione, ma potrebbe chiedere alle riviste scientifiche di non farlo. "Questo virus fa più paura dell'antrace, non mi viene in mente niente di più spaventoso", ha commentato Paul Keim, a capo del Nsabb.


Fonte http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Allarme-influenza-creato-un-supervirus-capace-di-sterminare-la-popolazione_312696348954.html

Pacco bomba a Roma, è giallo

Roma, 29 novembre 2011 - Giallo nel quartiere Nomentano a Roma per il ritrovamente di un pacco bomba in strada. Un ordigno assemblato con tanto di gelatina, innesco e detonatore su cui adesso si concentrano le indagini dei carabinieri della capitale e dei colleghi del Ris, a cui toccherà scoprire quale potenza avesse, come e quando sarebbe dovuto esplodere, a chi fosse destinato. L’assenza di una rivendicazione e di obiettivi sensibili nelle vicinanze, sembrano comunque escludere, al momento, la pista terroristica.

Il pacco - due scatole di scarpe sovrapposte - è stato fatto brillare, ma non prima che i passanti lo maneggiassero e spostassero, inconsapevoli di cosa si trattasse. Al momento del ritrovamento era sotto l’auto di un imprenditore in via Ajaccio, a pochi passi dall’Università Luiss. Sono in corso accertamenti per rilevare la natura del materiale: non è escluso che potrebbe trattarsi di esplosivo utilizzato per le cave, ma c'è massimo riserbo sulle indagini.

Questa mattina, intorno alle 9, alcune cittadini del quartiere hanno notato il pacco sotto un’auto parcheggiata, del titolare di un’agenzia immobiliare. L’ordigno era ben visibile e fuoriuscivano dei fili, ma qualcuno precedentemente forse lo aveva già spostato sistemandolo vicino l’auto perché intralciava il marciapiede. Poi dei negozianti lo hanno portato davanti all’officina di un gommista, convinti che si trattasse di materiale per auto.

Gli artificieri hanno primo messo in sicurezza la zona e poi è stato fatto brillare il pacco. Ora il materiale gelatinoso, contenuto in una delle due scatole, è sotto all'esame degli investigatori per capire se quel pacco poteva effettivamente esplodere e creare gravi danni. I militari stanno ora indagando per capire il "destinatario" e nessuna pista pare essere esclusa definitivamente: da un gesto della criminalità organizzata messo in atto per intimidire qualche pregiudicato, l’azione di un mitomane o altro ancora. Al vaglio anche le immagini della strada e in zona per individuare chi ha piazzato l’ordigno in un quartiere popolato soprattutto da professionisti, ma anche da diverse famiglie facoltose capitale e a due passi dall’Università Luiss.

Che ci azzecca Violante con Calderoli??

Ancora una volta Il Fatto quotidiano ci svela l'ennesima "porcata inciuciona" dei nostri parlamentari...

Le Fondazioni dovrebbero servire a "fare cultura". In Italia invece sono solo uno strumento (l'ennesimo) per fottere soldi allo Stato...

Riporto per intero l'articolo di Ferruccio Sansa

La galassia delle fondazioni ‘politiche’
Nessuno spiega da dove arrivano i soldi

Di centrodestra, di centrosinistra e sempre più spesso trasversali: le associazioni culturali fondate dai parlamentari vengono finanziate dai big dell'imprenditoria nazionale e da società di Stato senza nessuna trasparenza. La legge lo permette

Il manifesto è chiaro: “Declinare al futuro i valori dell’unità nazionale”. Tra le parole chiave il “patriottismo consapevole”. Ma a leggere l’elenco dei membri dell’associazione Italiadecideecco Roberto Calderoli. Un politico che del patriottismo, per di più consapevole, non ha mai fatto una bandiera. Non è la sola sorpresa: accanto a Luciano Violante (presidente), e a tanti esponenti Pd, c’è mezzo governo Berlusconi. Centrosinistra e centrodestra uniti; pare quasi un embrione della strana coalizione che ritroviamo oggi a sostegno del governo Monti. Italiadecide è una delle decine, forse centinaia di fondazioni e associazioni politiche fiorite negli ultimi anni. Una febbre, per essere un politico decente bisogna averne almeno una. Soggetti che promuovono attività culturali, ma che talvolta sembrano il nuovo bancomat della politica. Un fenomeno che dopo le inchieste degli ultimi mesi merita un approfondimento.

Indagati e inchieste

Tommaso Di Lernia dal carcere dice: “Optimatica è una società vicina al ministro Altero Matteoli, credo che eroghi finanziamenti alla fondazione a lui riconducibile”. Di Lernia sostiene che Optimatica finanzierebbe anche l’Officina delle Libertà vicina ad Aldo Brancher (che inizialmente aveva sede in casa di Silvio Berlusconi). Ma ci sono anche le inchieste su Franco Morichini, in contatto con i vertici Finmeccanica e procacciatore di finanziamenti perItalianieuropei. Per finire con l’indagine sul ‘sistema Sesto’ che tocca anche la fondazioneFareMetropoli di Filippo Penati. Finora, va detto, le fondazioni di Brancher, Matteoli e D’Alema non sono state oggetto di addebiti penali. Le polemiche e gli scandali degli ultimi mesi, però, sono legati da un filo invisibile: le fondazioni e le associazioni di esponenti politici. Sulla scena politica degli ultimi anni, con i partiti defilati, sono loro i protagonisti: “Soggetti perfettamente trasversali, che non hanno nemmeno più bisogno di quello sgradevole inciampo che sono gli elettori e gli iscritti”, racconta l’ex dirigente di una fondazione di centrodestra che mantiene l’anonimato. Aggiunge: “I segreti del loro successo, però, sono altri: le fondazioni con le assemblee e i convegni sono un formidabile centro di potere. Lobbies all’amatriciana, tanto diverse da quelle americane”. Ma non somigliano neanche ai think tank del resto del mondo, ai salotti del potere tipo Davos. Qui non sono in gioco gli eventuali gettoni di presenza, ma l’appartenenza, l’influenza, le poltrone. Una merce invisibile e, però, preziosissima. Ma soprattutto, grazie a una disciplina molto benevola, da questi soggetti passano finanziamenti per la politica. Per questo in tanti si sono buttati a pesce nello spiraglio lasciato aperto (apposta?) dalla legge. Niente di illegale, quindi, ma le inchieste rischiano di scoperchiare il pentolone.

Matteoli, tanto per ricordare l’ultimo nome assurto all’onore delle cronache, smentisce categoricamente le affermazioni degli indagati dell’inchiesta Finmeccanica. Ma questi organismi geneticamente modificati restano un mondo inesplorato. Un labirinto di nomi che paiono slogan, dove le parole ‘fare’, ‘futuro’, ‘Italia’, ‘libertà’ sono le più gettonate. Ormai tanti esponenti politici o aspiranti tali comunicano attraverso editoriali di fondazioni e associazioni: da Gianfranco Fini(Farefuturo) a Luca Cordero di Montezemolo (Italiafutura), fino a Claudio Scajola rientrato sulla scena dopo lo scandalo della casa comprata “a sua insaputa” contando i deputati fedeli nell’associazione Cristoforo Colombo per le libertà. Un viaggio attraverso le fondazioni e le associazioni politiche apre nuovi mondi, aiuta a disegnare la mappa del potere. Magari partendo proprio dalla prestigiosa Italiadecide (mai toccata da inchieste, né da ombre di alcun genere), perché è l’emblema del trasversalismo: destra e sinistra, politica e affari. “Niente di strano, lo scopo della nostra associazione è proprio unire persone di aree diverse”, racconta il presidente Luciano Violante. Tra i promotori (il grado più alto della gerarchia) compaiono nomi perfettamente bipartisan: si va da Giuliano Amato a Giulio Tremonti passando per Gianni Letta.

Amici di amici

Ma l’elenco dei “semplici” soci riserva altre sorprese. Ecco il dalemiano Antonio Bargone, che dalla politica è passato all’impresa con la passione per le grandi opere. Come l’autostrada Livorno-Civitavecchia della cui società Bargone è diventato presidente (oltre che Commissario Governativo) dopo essere stato sottosegretario alle Infrastrutture con Prodi e D’Alema. Poi, si diceva Roberto Calderoli, quindi Franco Bassanini (Pd), Giovanni Maria Flick (ex ministro del governo Prodi), Altero Matteoli (altro ministro berlusconiano), Vito Riggio (presidente Enac) eAlessandro Profumo (il banchiere che stava preparando il grande salto in politica, corteggiato dal Pd, quando è stato azzoppato da una clamorosa inchiesta giudiziaria). Tra i soci anche l’attivissimo Andrea Peruzy, che oltre a sedere in diversi consigli di amministrazione (Acea, per dire) è anche in Italianieuropei e nell’associazione Romano Viviani (che raccoglie altri dalemiani soprattutto toscani).

Non basta, perché, caso più unico che raro, Italiadecide tra i soci accoglie non solo persone fisiche, ma anche giuridiche. Insomma, imprese con il portafogli bello gonfio e gli occhi magari puntati sulle opere pubbliche: Autostrade per l’Italia, Banca Intesa San Paolo (fino a pochi giorni fa guidata dal ministro Corrado Passera), Banca Popolare di Milano, Eni, F 2 i e Unicredit spa. Ma è una specie di catena di sant’Antonio, prendi un nome, uno qualsiasi, e lo ritrovi in tante altre fondazioni e associazioni. Prendete Giuliano Amato e lo ritrovate, per dire, in Italianieuropei di D’Alema. Non è il solo, anche Violante e Bassanini sono in entrambe le associazioni. Tremonti invece siede anche nell’Officina delle Libertà. Matteoli ha la sua Fondazione della Libertà per il bene comune. Nel sito campeggia una bella immagine di un Lego tricolore: come dire costruiamo l’Italia. Le attività, però, non paiono esattamente febbrili visto che ancora ieri veniva reclamizzato un evento del 26 ottobre scorso. Nessuno pare aver aggiornato il sito.

Vetrine “vuote”

Ma stando alle pagine web di associazioni e fondazioni parecchie paiono vetrine tutte addobbate di negozi che nel magazzino non hanno molta merce. L’ultima news di Riformisti Europei(presidente Carlo Vizzini) è del 26 giugno. Il sito di Riformismo e Libertà di Fabrizio Cicchitto è totalmente kaputt. Su quello di Costruiamo il futuro di Maurizio Lupi (nel comitato anche il neo-ministro Lorenzo Ornaghi) sono ancora reclamizzate le cene estive e appuntamenti di mesi fa. Oltre ovviamente alle presentazioni di libri di Lupi. Ma davvero ogni politico ha una fondazione:Renato Brunetta ha la sua Free Foundation, in inglese perché la parola ‘libera’ era già inflazionata. Praticamente è un Brunetta fan club: interventi, dichiarazioni, rassegna stampa, l’ex ministro domina. Poi, tra mille esempi possibili, ecco Magna Carta (senza ‘h’) di Fabrizio Quagliariello e Foedus di Mario Baccini. Spostandosi verso il centro troviamo Liberal che fa capo a Ferdinando Adornato. In zona centrosinistra ecco Nens, Nuova Economia e Nuova Società, fondata da Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco. Un’associazione in passato toccata da qualche polemica: la sede (“in affitto”, precisò Visco) era di proprietà della famiglia di uno dei massimi dirigenti pubblici del Demanio.

Niente di illegale, una questione di opportunità. Poi ecco Astrid, di Franco Bassanini, dove ritroviamo, tra gli altri, Amato (siamo a quota tre) e Giulio Napolitano (stimato professore universitario, figlio del Presidente Giorgio, presente anche in Italianieuropei), e Democratica che fa capo a Walter Veltroni. A un primo esame le associazioni di centrosinistra sembrerebbero più attive. Italianieuropei di D’Alema, per esempio, ha una sua sede in piazza Farnese, nel centro di Roma, suoi dipendenti e un’attività consistente: organizza convegni, aggiorna il sito e stampa una rivista. Lo stesso per Democratica di Veltroni che, tra l’altro, organizza corsi di politica. Ma gli organigrammi delle fondazioni vanno letti insieme con quelli dei cda delle società, soprattutto pubbliche. Nel consiglio della Nuova Italia, presieduta da Gianni Alemanno, oltre a sua moglieIsabella Rauti, troviamo, per dire, Franco Panzironi, nominato dal sindaco amministratore delegato dell’Ama (società comunale che si occupa di rifiuti) e Ranieri Mamalchi (già capo segreteria di Alemanno al ministero dell’Agricoltura e oggi dirigente di Acea).

Fondazioni e associazioni sono, però, oggetti misteriosi. A parte le dichiarazioni di principio piuttosto vaghe. L’unico modo per saperne qualcosa sono i siti internet dove compare almeno l’elenco dei soci. Come per esempio nel Maestrale di Claudio Burlando (governatore della Liguria), associazione trasversale che ha tra i membri la Genova che conta. Sono esplose polemiche per gli incarichi pubblici ottenuti dai membri, anche perché tra i promotori apparivano una bella fetta della società Italbrokers (da cui Lorenzo Borgogni, pezzo grosso di Finmeccanica, sostiene di aver ricevuto due milioni, ma gli interessati smentiscono e annunciano azioni legali), nonché Franco Pronzato, arrestato per le mazzette Enac. Lo stesso Pronzato che era socio di Interconsult (società in passato legata a Italbrokers), impresa che ha versato 25 mila euro di contributi pubblicitari alla società Solaris che fa capo a Italianieuropei. Dopo le polemiche nessun chiarimento, ma il sito di Maestrale non è più visitabile.

Copertura assoluta

Impossibile, ecco il nodo della questione, per comuni cittadini e cronisti avere notizie sui finanziatori di associazioni e fondazioni. Si era visto all’epoca dell’inchiesta su Franco Morichini, procacciatore di finanziamenti per Italianieuropei: “Rivelare i nomi sarebbe come renderne pubblici gli orientamenti politici”, dissero dalla fondazione dalemiana. Vero, ma i partiti hanno l’obbligo di rendere pubblico chi li finanzia. I nuovi soggetti della politica italiana invece no: basta depositare in prefettura l’atto costitutivo e lo statuto. E nessuno, a parte eventualmente i magistrati, può metterci il naso. Così ecco la domanda: chi paga le fondazioni? Chi è il destinatario finale del denaro? Certo, ci sono casi – più unici che rari – come Magna Carta che rende pubblici i nomi dei finanziatori, come Francesco Bellavista Caltagirone, British American Tobacco, Mediaset, Wind e Finmeccanica.

Viene da chiedersi che utilità abbia una società pubblica a sponsorizzare la fondazione di un politico. Per scoprire chi finanzia le fondazioni non resta che prendere scorciatoie. Per esempio andando a vedere l’elenco degli inserzionisti pubblicitari dei loro giornali. PrendiamoItalianieuropei. Nel 2011 troviamo una bella lista di imprese pubbliche: Eni, Fincantieri, Enel, Trenitalia e ancora Finmeccanica. Poi giganti del settore privato: di nuovo British American Tobacco, poi si passa al mattone stavolta di sinistra con Coopsette, quindi al settore ferroviario con Bombardier che sforna centinaia di locomotive per i nostri treni, quindi Lottomatica, Barclays, Conad-Leclerc, Allianz, Sky, la banca ‘rossa’ del Monte Paschi di Siena e Telecom Italia. Infine Sma, società del gruppo Intini, un imprenditore amico di D’Alema che faceva affari con Gianpi Tarantini. Lo stesso Intini che attraverso due società, Sma e Milanopace, contribuisce all’associazione Faremetropoli di Penati. Niente di illegale, comunque, Italianieuropei (comeFaremetropoli) ha sempre regolarmente registrato i finanziamenti.

da Il Fatto Quotidiano del 27 novembre 2011

Niente carcere per l'autore della strage di Oslo

L'autore della strage di Oslo eviterà il carcere perché giudicato infermo di mente. E' quanto emerge dalla perizia svolta dai due psichiatri incaricati dal tribunale di analizzare lo stato piscologico di Anders Behring Breivik, il killer di Oslo e Utoya.

Immediata la reazione del procuratore Inga Bejer Engh: "Se l'esito finale è che Breivik è infermo di mente chiederemo al tribunale di sottoporlo a un trattamento psichiatrico obbligatorio, trattamento a cui potrebbe rimanere sottoposto a vita".

L'uomo, un estremista di destra di 32 anni, il 22 luglio scorso si rese protagonista di un attacco nel centro di Oslo sparando all'impazzata per un'ora e mezza contro un gruppo di giovani laburisti, sarà rinchiuso in un istituto per malattie mentali di massima sicurezza.

Tiziano Ferro è fidanzato

A dirlo è lo stesso cantante, in un'intervista per il numero di Vanity Fair che sarà in edicola da domani, mercoledì 30 novembre.

In occasione della pubblicazione il 28 novembre del suo nuovo disco "L'Amore è Una Cosa Semplice", il cantautore di Latina racconta alla stessa rivista sulla quale un anno fa faceva coming out sulla sua omosessualita, di avere una relazione stabile con un compagno, del quale però non vuole svelare il nome. "Sto vivendo una fase molto bella della mia vita, e sono felice. Molto, molto felice" dice Tiziano.

Ma non è stato affatto semplice raggiungere questa serenità: "I primi due mesi (dopo il coming out, ndr) sono stati strani. Con tutto il mio entusiasmo, la mia voglia di scoprire, di avere contatti, ero come un bambino che guida una Ferrari. Ho cominciato a vedere un mucchio di persone, a frequentare posti. Il muro che avevo alzato tra me e gli altri era crollato, in giro c'era un sacco di buona disponibilità, ma io non ci stavo di testa... Poi l'ho presa a ridere, mi sono detto che almeno avrei avuto un bel po' di aneddoti per far divertire gli amici. Quindi ho messo da parte le speranze, ma senza fare drammi. E proprio nel momento in cui ho deciso che stavo già bene così, è arrivata una persona speciale".

Tiziano spera di poter mantenere la sua relazione nella sfera privata, ma dice anche di non "vivere nel panico" e aggiunge: "L'unico lato che subisco del mio lavoro è l'esposizione pubblica. Non dico che mi dia fastidio, ma nemmeno mi piace. Fa parte del pacchetto e io non sono il tipo che ama lamentarsi, però non potrei chiedere a un'altra persona di sottoporsi allo stesso scrutinio. Oltretutto a uno che non ha nessuna intenzione di vivere sotto i riflettori".

Il Fatto quotidiano su come vengono gestite le Fondazioni

Obblighi molto più “leggeri” e soprattutto meno pubblicità. Cioè meno trasparenza. Ecco il segreto delle fondazioni politiche. Niente di illegale, lo ripetiamo. Le fondazioni devono essenzialmente depositare il loro atto costitutivo e il loro statuto in Prefettura. Non esiste alcuna forma di pubblicità per i finanziamenti ottenuti. I cittadini e la stampa non hanno quindi alcuna possibilità di conoscere i bilanci, né l’elenco di chi contribuisce economicamente al sostentamento della fondazione. Tantomeno i nomi dei membri. A livello fiscale, soprattutto le fondazioni onlus che ricadono nella legge 460 del 1997, godono poi di altre agevolazioni, sia per le imposte dirette che per quelle indirette (sulle donazioni). Tra i sostenitori delle fondazioni italiane, molti ricordano che soggetti simili sono presenti in altri Paesi. Soprattutto Stati Uniti e Germania.

Vero fino a un certo punto. Ogni partito tedesco ha una sua fondazione (non una miriade di soggetti come in Italia). Le principali sono destinatarie di ingenti finanziamenti pubblici: 95 milioni nel 2011. Ma per i due terzi si tratta di somme elargite con un vincolo di progetto. Insomma, non si usano come si vuole e ci sono controlli ferrei. Di solito il denaro è utilizzato per iniziative educative, studi, attività sociali. Non solo: in Germania è chiaramente stabilito che i dirigenti delle fondazioni non possono essere gli stessi dei partiti. Ancora: sono codificate le attività che le fondazioni non possono svolgere, soprattutto in periodo elettorale (acquistare e distribuire pubblicistica del partito o riferibile ai suoi membri; produrre o diffondere materiale elettorale; finanziare annunci; utilizzare personale della fondazione fra i volontari o il personale attivo durante la campagna elettorale; tenere corsi finalizzati alla formazione di personale da utilizzare durante il periodo elettorale). Ma le fondazioni non possono trasferire denaro ai partiti. Ma l’elemento essenziale è la trasparenza: le fondazioni pubblicano sui siti internet i bilanci e l’elenco delle entrate e delle uscite.

da Il Fatto Quotidiano del 27 novembre 2011

domenica 27 novembre 2011

Cosa e dove mangiare a Catania

La cucina catanese è una delle più ricche e gustose della Sicilia. Ecco alcune delle pietanze più significative e tradizionali, apprezzate e note persino all'estero, dove sono state importate dalle comunità di emigrati o dai turisti venuti in vacanza nella città etnea.

Famossissima è l'insalata di mare con polpi, gamberi e occhi di bue (molluschi tipici di questo mare) bolliti; altrettanto diffusi sono i masculini marinati (alici del mare Ionio fatte marinare in olio e limone), acciughe salate - in dialetto anciovi - (nel cugnetto - recipiente di terracotta - o nel tino), occhi di bue crudi conditi con limone o arrostiti sul carbone, pepata di cozze (soffritte, con pepe abbondante, limone e prezzemolo tritato) u mauru (alga cruda condita con limone), u zuzzu (gelatina di maiale), u sangeli (sanguinaccio).

Un posto preminente occupa la popolarissima pasta alla Norma (paragonata dai catanesi al capolavoro belliniano) con salsa di pomodoro, melenzane fritte, basilico e abbondante ricotta salata grattugiata.
Altre pietanze di spicco sono la pasta con il nero delle seppie, condita con una salsa preparata con l'estratto di pomodoro, seppie e il nero di questi gustosi molluschi; la pasta con i masculini (alici fresche in un soffritto di cipolla, piselli e finocchietto rizzu); la pasta 'ncaciata, condita con cavolfiori cucinati in un soffritto di cipolla e insaporiti con acciughe salate, olive e, come vuole la tradizione, passata in un tegame a fuoco vivace con abbondante caciocavallo grattuggiato; la pasta con le uova di ricci, le linguine al cartoccio o all'acqua di mare (con pesce e molluschi), la pasta con il muccu (pesciolini neonati), u maccu (fave bollite e setacciate).

Molto diffusi sono la frittura di pesce (pesci tipici della costa come triglie, aguglie, pettini,masculini e opi di ognina, ecc.), il pesce arrostito sulla carbonella (orate, saraghi, dentici, luvari, àiole ecc.), sparacanaci (triglie neonate fritte, mangiate assieme alla cipolla calabrese), u muccu (frittata di pescioloni neonati), le sarde a beccafico. Le salsicce di maiale arrostite sulla carbonella (rinomate quelle di Grammichele e Linguaglossa) servite con contorni di verdura tipica come caliceddi, amareddi e cicoria, il falsomagro (rotolo di carne ripiena). Nei quartieri popolari è molto diffuso il consumo di carne equina, cotta alla brace.

I più noti sono la parmigiana (sformato di melanzane fritte), la caponata con melanzane e pomodori, l'insalata di finocchi, l'insalata d'arance (affettate e condite con olio, sale e pepe), i piatti di verdura cotta (oltre acaliceddi, amareddi e cicoria, taddi - foglie di zucca) ed altre verdure tipiche, le melanzane e zucchine fritte, le cipolle al forno, i broccoli e bastardi (cavolfiori tipici dell'Etna di colore violaceo) affogati (cucinati a fuoco lento in tegame e a strati formati da cavolfiore, cipolla novella, pepato vecchio, acciughe salate, olive nere e spruzzati d'olio; a metà cottura viene aggiunto il vino rosso dell'Etna).

La rosticceria catanese è tra le più rinomate d'Italia. I principali pezzi sono gli arancini (arancine), croccanti palle di riso farcite di vario ripieno, la siciliana (sottile sfoglia di pasta fritta ripiena di tuma e acciughe), le crispelle salate (frittelle di soffice pasta, ripiene di ricotta fresca o acciughe), le scacciate (confezionate con pasta di pane farcita con abbondante tuma e acciughe, o verdure, o u bastardu e cotte al forno).

Primeggiano i cannoli di ricotta, confezionati con una speciale pasta friabile farcita con una crema a base di ricotta e decorati con gocce di cioccolato fondente o frutta candita a pezzetti o pistacchio finemente tritato (esistono anche altre varianti: cannoli alla crema di cioccolato o alla crema gialla); la cassata siciliana (dolce tipico di tutta la Sicilia); la frutta martorana o pasta reale (morbida pasta a base di mandorle dalle molteplici forme di frutta colorata); le cripelle di riso uso benedettini (preparate con riso cucinato nel latte, fritte e condite con miele di zagara); i biscotti della monaca(con strutto, latte ed aromi); le paste di mandorla; i torroni e i torroncini (con mandorle e nocciole); le olivette di Sant'Agata. Rinomatissimi i gelati e le granite (conditi a richiesta con panna lavorata a mano). Tra queste ultime i sapori più diffusi sono alla mandorla, al limone, al caffè, al cioccolato, ai gelsi, alla pesca.


Molto apprezzati sono i vini rossi doc dell'Etna. Hanno avuto un grande rilancio i rosòli tipici, prodotti con procedimenti tradizionali. I più noti sono il limoncello e il mandarinetto. I più tipici i rosòli alla camomilla e alla cannella.

Rispettando un'antica tradizione, sono disseminati nella città tantissimi ciospi o cioschi (chioschi) che servono bibite con sciroppi di frutta.
La bibita più richiesta è il seltz al limone (limone spremuto, seltz e sale). Altre diffuse sono il mandarino al limone, il tamarindo con limone e bicarbonato (ottimo digestivo), lo zammù (acqua con anice).
Bibita tipica catanese, nota in tutto il mondo, è il latte di mandorla.





Tratto da http://catania.solotour.it/cucina-catania.htm#CUCINA

Alluvione nel messinese, comunicato del Presidio "Rita Atria" di Milazzo



Se non ci fosse da piangere verrebbe proprio da ridere: un’allerta meteo per i giorni 25 e 26 novembre costringe i sindaci a chiudere le scuole a Milazzo , Barcellona e paesi limitrofi. Il 25 e il 26 novembre sono state due giornate, a dir poco, primaverili e, pertanto, i bambini e i ragazzi, in due giorni di sole, sono stati a casa e durante l’alluvione, tre giorni prima, hanno rischiato la vita barricati all’interno delle loro scuole. Sappiamo tutti a cosa e a chi è servita la Protezione Civile nell’era Bertolaso-Anemone; speriamo che la “nuova” Protezione Civile sia più efficiente. 
Purtroppo, però, c’è da piangere. 

Il Presidio di Libera “Rita Atria” di Milazzo e Barcellona si accomuna al dolore della famiglia Valla per la perdita di Luigi e Giuseppe e alla famiglia Vinci per la perdita del piccolo Luca. Vittime innocenti di un piccolo paesino del messinese, Saponara, vittime di chi e di cosa? Oggi tutti a dire che da sempre si sa che il 60% del territorio della provincia di Messina è a rischio idro-geologico. Ci domandiamo allora cosa ha fatto la politica locale, regionale e nazionale, da sempre, per mettere in sicurezza un territorio del quale si conosceva tutto? Se un territorio è a rischio e si è a conoscenza di ciò, è semplicemente prevedibile che anche una collina alberata e senza costruzioni abusive possa venire giù e portare via con sé cose, case e vite umane. Specialmente quando si sa, e si sa da circa 20 anni, che le condizioni climatiche alle nostre latitudini sono mutate e i nubifragi non sono più una eccezione ma costituiscono la regola. 

Come si fa a parlare di “eccezionalità” a Milazzo quando, da decenni, ogni volta che piove, l’immediata periferia della città si trasforma in un fiume impetuoso? Come si fa a dire che non si sa da dove è arrivata la marea nera riversatasi sulla costa di levante di Milazzo facendo finta di ignorare che di fronte c’è una raffineria di petrolio, una centrale elettrica alimentata a petrolio e nella rada antistante “galleggiano” 4-5 petroliere al giorno? Come si fa a parlare di imprevedibilità quando giacciono per anni, nei cassetti dei comuni, le varianti ai piani regolatori, permettendo così, paradossalmente nella legalità, di costruire dovunque e senza regole; e laddove i piani regolatori si rediggono, si pensano ad uso e consumo di amici e amici degli amici, per costruire mega parchi commerciali, o per consentire la costruzione di case e complessi residenziali in luoghi assurdi con la promessa della immancabile sanatoria. 

Come si può parlare di eccezionalità quando a Barcellona si è continuato a costruire in prossimità del torrente Longano, senza tener conto della preoccupante progressione degli eventi alluvionali. Un torrente Longano, per molti tratti cementificato e per altri tratti “coperto” da strade e quindi da cemento, cemento, cemento? A chi giova cementificare, costruire ponti, permettere abusi se non ad una classe politica che da sempre ha come obiettivo solo ed esclusivamente la propria rielezione? 

Cosa può importare ad una classe politica come quella di Barcellona (non diversa, per dire la verità, dalle altre) la relazione tecnica presentata da un geologo indipendente nel 2010 che indicava i rischi e proponeva soluzioni? (vedi allegato) L’indipendenza non paga; la dipendenza, specialmente quella politica e partitica si, caspita come paga: parcelle salatissime per studi di fattibilità su mega ponti irrealizzabili e aeroporti improbabili. 

Oggi si piangono i morti, le decine di case perdute per sempre e le altrettante attività produttive cessate definitivamente. E mano male che ci sono i volontari… Chiamatelo come volete ma per noi questo è un disastro di mafia, e le vittime sono vittime di mafia. E la prossima primavera a Barcellona ci sono le elezioni amministrative… 


Milazzo lì, 26/11/2011 

Per il Presidio Santo Laganà

Campagna: Syria no war. Siria: no alla guerra, sì ai diritti umani Promossa da: PeaceLink

Urgent Appeal to Stop Foreign Military Intervention in Syria and to restore human rights and respect for legality. Petizione internazionale urgente alle Nazioni Unite sostenuta da diverse organizzazioni non governative umanitarie e a difesa dei diritti umani. (English and Italian translation)

Syria NO WAR

Urgent Appeal to Stop Foreign Military Intervention in Syria 
and to restore human rights and respect for legality 


We, the undersigned non-governmental, human rights, and humanitarian organizations, urge you to mobilize the United Nations and the international community to take immediate action to halt any foreign military intervention against Syria, and instead, to act in good faith for a true mediation. Time is of the essence. We ask to act in good faith in favor of a true and peaceful mediation. 
Over the past few months we have observed a steadily increasing media campaign that presents a partial and unverified account of what is happening in Syria. The same thing occurred in the lead-up to foreign intervention in the case of Libya as well. 
We know that there are violent clashes between government troops and the armed insurgents of the self-proclaimed “Syria Liberated Army” with bases in Turkey, near the Syrian border. And we know that such conflicts are provoking an enormous death toll among civilians as well. Innocent civilians are the first victims of every conflict. It therefore seems clear that in Syria both armed sides bear responsibilities.  
But external military interference is absolutely not the way to protect civilians and human rights. 
WE STRONGLY AFFIRM THAT: 
1) the proposed so-called "humanitarian military intervention" in Syria is by far the worst option and can claim no legitimacy whatsoever; protection of human rights is not obtained through armed intervention; 
2) indeed, recent history shows that the inevitable results of foreign armed intervention are massive human rights violations, as in Libya; 
3) smuggling weapons into an area of conflict only fuels a "civil" war and must be stopped; 
4) the Libyan scenario must not be allowed to take place in Syria, i.e. a “no-fly zone” which turns into direct military intervention followed by massacres and massive human rights violations.
WE THEREFORE URGE THE INTERNATIONAL COMMUNITY TO FAVOR:
1) a ceasefire on both sides and neutral mediation between the parties: we remind that a proposal made by some Latin American countries from the Alba group seems to be welcomed also by the non-armed opposition
2) action to stop foreign military and political interference in Syria aimed at destabilizing the country (and possibly the entire region);
3) reinstatement of Syria into the Regional Block;
3) a halt to current sanctions which are harming civilians;
4) an international investigative mission by neutral countries and organizations to ascertain the truth about the conditions of life in Syria;
5) an investigation by neutral international observers into the accusations and news reports coming out of Syria and which at present it has not been possible to verify.


PROMOTED BY
Peacelink Association, Italy
volontari@peacelink.it




NO ALLA GUERRA IN SIRIA 
SI' AI DIRITTI UMANI E ALLA LEGALITA’


Le sottoscritte organizzazioni non governative umanitarie e a difesa dei diritti umani chiedono con forza alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di agire immediatamente per fermare ogni tentativo di intervento militare straniero contro la Siria e di favorire una vera mediazione svolta in buona fede. Questa imperdonabile negligenza non può continuare.
Com’è noto, nei mesi scorsi c’è stata una crescente campagna mediatica internazionale sugli eventi in Siria, spesso basata su resoconti parziali e non verificabili, com’è già successo nel caso della Libia.
Quello che si sa è che sono in corso violenti scontri fra truppe governative e le truppe di insorti dell'autoproclamato Esercito di Liberazione della Siria, con basi in Turchia al confine con la Siria, e che questo crescendo di violenze ha già provocato enormi perdite anche di civili. I civili innocenti sono le prime vittime di ogni guerra. Entrambe le parti armate hanno dunque responsabilità.
Ma l'intervento militare esterna non è assolutamente il modo per proteggere i civili e i diritti umani.




AFFERMIAMO CON FORZA CHE:
1) Il cosiddetto “intervento militare umanitario” è la soluzione peggiore possibile e non può ritenersi legittimo in nessun modo; la protezione dei diritti umani non viene raggiunta dagli interventi armati;
2) al contrario le guerre portano, come inevitabili conseguenze, ad imponenti violazioni dei diritti umani (come si è visto nel caso della “guerra umanitaria” in Libia);
3) l'introduzione di armi dall’estero non fa che alimentare la “guerra civile” e pertanto dev'essere fermato;
4) non è tollerabile che si ripeta in Siria lo scenario libico, dove una “no-fly zone” si è trasformata in intervento militare diretto, con massacri di civili e violazioni dei diritti umani.



VI CHIEDIAMO CON FORZA DI FAVORIRE:
1) una mediazione neutrale tra le parti e un cessate il fuoco: ricordiamo che la proposta avanzata da alcuni paesi latinoamericani del gruppo Alba è gradita anche all’opposizione non armata;
2) un’azione per fermare l’interferenza militare e politica straniera, volta a destabilizzare il paese;
3) il reintegro della Siria nel Blocco Regionale;
4) lo stop a tutte le sanzioni che attualmente minacciano il benessere dei civili;
5) una missione d’indagine internazionale parallela da parte di paesi neutrali per accertare la verità;
6) l'invio di osservatori internazionali che verifichino fatti e notizie che circolano attualmente privi di verifiche e di verificabilità.





PETICIÓN INTERNACIONAL URGENTE CONTRA CUALQUIER INJERENCIA EXSTRANJERA EN SIRIA Y PARA QUE SE RESTABLEZCAN LOS DERECHOS HUMANOS Y LA LEGALIDAD



Las presentes organizaciones no gubernamentales en defensa de los derechos humanos piden con fuerza que las Naciones Unidas y las Comunidades Internacionales actúen ya para que se detenga cada intento de intervención militar extranjera contra Siria y se favorezca de buena fe una verdadera mediación. Esta negligencia muy grave no puede seguir. 

Ya hace meses se está desarrollando una creciente campaña mediática internacional acerca de los acontecimentos en Siria, que por la mayoría de las veces se fundamenta en noticias parciales y que no son fidedignas, como ya sucedió en Libia.

Lo que se conoce es que se están multiplicando enfrentamientos muy violentos entre las tropas del gobierno y las de los rebeldes, quienes se autoproclamaron“Ejército de liberación de Siria”, y que tienen sus bases en territorio turco fronterizo con Siria. Estas violencias ya ocasionaron pérdidas muy grandes, incluso civiles inocentes, los que siempre pagan el precio más alto en toda guerra. Entonces ambos bandos armados tienen su responsabilidad.

Sin embargo una intervención militar extranjera de ninguna manera puede representar un amparo para los civiles y los derechos humanos. 

AFIRMAMOS CON FUERZA QUE:

1) la llamada “intervención miltar humanitraria” es la peor solución posible y no se puede considerar legítima de ninguna manera. La protección de los derechos humanos no se logra a través de la guerra;

2) al contrario, ésa solo produce violaciones de los derechos humanos muy graves como consecuencia inevitabile (como ya sucedió en la “guerra humanitaria” en Libia);

3) se detenga la penetración de armas desde el exterior, pues eso hace que se fomente la “guerra civil”;

4) no es tolerable que en Siria se repita el escenario libio, donde una “no fly zone” se convirtió en intervención militar, con masacres de civiles y violaciones de los derechos humanos.

LES PEDIMOS CON FUERZA QUE FAVOREZCAN:

1) una mediación neutral entre los dos bandos y un alto el fuego: recordemos que la propuesta de algunos países de Ámerica latina que integran la Alba fue aceptada también por la oposición pacífica;

2) una acción para detener la injerencia militar y política extranjera que quiere desestabilizar el país;

3) la reincorporación de Siria en el Bloque Regional;

4) el levantamiento ya de todas sanciones que amenza el bienestar de los civiles;

5) una comisión internacional de investigación integrada por países neutrales para que se averigüe la verdad;

6) el envío de observadores internacionales que conprueben hechos y noticias que están circulando en los grandes medios. 

PROMOVIDO POR:Associazione Peacelink, Italia

PROMOTED BY
Peacelink Association, Italy
volontari@peacelink.it

Hanno già aderito: Associazione Culturale Chico Mendes , Associazione PeaceLink , ECOISTITUTO DEL VENETO ALEX LANGER , Kathy Ford, la Casa della Pace e della Nonviolenza , Patrick Boylan, U.S.Citizens for Peace & Justice
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Adesioni dal 26 novembre 2011: 78 persone , 8 associazioni