giovedì 5 gennaio 2012

Art.18, più tutela per le donne Ecco come cambia il lavoro

Da Liberoquotidiano

La riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali: una sfida difficilissima aspetta il governo. Ecco, in sintesi, che cosa c'è sul piatto. Si vorrebbero eliminare i quaranta contratti atipici per approdare a un unico contratto a tempo indeterminato. Ma per i nuovi assunti scatterebbe la sospensione dell'articolo 18 che prevede per almeno i primi tre anni la possibilità di licenziare. Il salario sarà agganciato alla produttività e alle situazioni aziendali. Il ministro Fornero ha spiegato che intende intervenire sulla pratica delle dimissioni in bianco chieste soprattutto alle donne al momento dell'assunzione per poter interrompere più facilmente il rapporto di lavoro per esempio in caso di maternità. Le proposte abbondano.Ichino - La sua proposta si basa su una riforma dei contratti, abolisce il lavoro precario impone l'assunzione a tempo indeterminato con un periodo di prova di sei mesi e un regime di protezione crescente con il passare del tempo. Per quanto riguarda il licenziamento e la possibilità di ricorrere all'articolo 18 verrebbe, per la prima volta, riconosciuta come giusta causa il motivo economico. Per i disoccupati potrebbero essere previste indennità di disoccupazione più alte: dal 90% del salario al primo anno, passando gradualmente al 70 per cento. Il limite di questa proposta è che i costi delle indennità sarebbero troppo alti per lo Stato ed è necessario il coinvolgimento dell'Inps e delle casse aziendali.

Boeri-Neroszzi - La proposta del senatore del Pd Paolo Nerozzi su ispirazione dell'economista Tito Boeri prevede un contratto unico per l'inserimento nel mondo del lavoro e un'uscita con risarcimento. Il pilastro della proposta si chiama Cui (appunto, Contratto unico di inserimento) che sostituirebbe i contratti a termine co.co.co. esclusi. La proposta Boeri-Nerozzi prevede una prima fase in cui il neoassunto non dispone della piena tutela prevista dall'articolo 18: nei primi 36 mesi di lavoro il dipendente licenziato non detiene il diritto al reintegro del posto di lavoro, ma soltanto un'indennità.

Damiano - L'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano è per l'intoccabilità dell'articolo 18. L'ex ministro ha scelto di aderire al contratto unico di inserimento formativo: un periodo a tempo determinato che dura dai sei mesi ai tre anni, a cui segue la conferma a tempo indeterminato. La proposta viene denominata Contratto unico di inserimento formativo. E' possibile accedere all forma contrattuale solo dopo l'approvazione della direzione provinciale o regionale del lavoro in base a quanto previsto dai contratti collettivi. Il recesso del contratto può avvenire anche prima del termine del periodo di abilitazione.

Sacconi - Secondo l'ex ministro del Lavoro il contratto unico è già rappresentato dall'apprendistato: un contratto a tempo indeterminato che prevede un periodo iniiale di formazione di durata non superiore a tre anni al termine del quale le società possono interrompere il rapporto oppure conferamare il lavoratore. Secondo Sacconi, questo il principio che muove la sua proposta, è necessario lasciare da parte una regolamentazione accentrata del rapporto di lavoro per puntare su una regolazione decentarata.

Madia - Il progetto che ha come primo firmatario Marianna Madia del Pd è quello che raccoglie il maggior numero di consensi all'interno del Pd stesso. Il progetto viene denominato Cuif, Contratto unico d'inserimento normativo, ma viene ribattezzato in "contratto prevalente" poiché ha diversi aspetti simili al contratto di inserimento. Il contratto prevede un lasso di inserimento di tre anni nel corso dei quali il rapporto di lavoro è revocabile senza preavviso. Si tratta di un contratto a causa mista - lavoro e formazione obbligatoria - e può essere utilizzato dai datori di lavoro pubblici e privati.

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