domenica 27 novembre 2011

Alluvione nel messinese, comunicato del Presidio "Rita Atria" di Milazzo



Se non ci fosse da piangere verrebbe proprio da ridere: un’allerta meteo per i giorni 25 e 26 novembre costringe i sindaci a chiudere le scuole a Milazzo , Barcellona e paesi limitrofi. Il 25 e il 26 novembre sono state due giornate, a dir poco, primaverili e, pertanto, i bambini e i ragazzi, in due giorni di sole, sono stati a casa e durante l’alluvione, tre giorni prima, hanno rischiato la vita barricati all’interno delle loro scuole. Sappiamo tutti a cosa e a chi è servita la Protezione Civile nell’era Bertolaso-Anemone; speriamo che la “nuova” Protezione Civile sia più efficiente. 
Purtroppo, però, c’è da piangere. 

Il Presidio di Libera “Rita Atria” di Milazzo e Barcellona si accomuna al dolore della famiglia Valla per la perdita di Luigi e Giuseppe e alla famiglia Vinci per la perdita del piccolo Luca. Vittime innocenti di un piccolo paesino del messinese, Saponara, vittime di chi e di cosa? Oggi tutti a dire che da sempre si sa che il 60% del territorio della provincia di Messina è a rischio idro-geologico. Ci domandiamo allora cosa ha fatto la politica locale, regionale e nazionale, da sempre, per mettere in sicurezza un territorio del quale si conosceva tutto? Se un territorio è a rischio e si è a conoscenza di ciò, è semplicemente prevedibile che anche una collina alberata e senza costruzioni abusive possa venire giù e portare via con sé cose, case e vite umane. Specialmente quando si sa, e si sa da circa 20 anni, che le condizioni climatiche alle nostre latitudini sono mutate e i nubifragi non sono più una eccezione ma costituiscono la regola. 

Come si fa a parlare di “eccezionalità” a Milazzo quando, da decenni, ogni volta che piove, l’immediata periferia della città si trasforma in un fiume impetuoso? Come si fa a dire che non si sa da dove è arrivata la marea nera riversatasi sulla costa di levante di Milazzo facendo finta di ignorare che di fronte c’è una raffineria di petrolio, una centrale elettrica alimentata a petrolio e nella rada antistante “galleggiano” 4-5 petroliere al giorno? Come si fa a parlare di imprevedibilità quando giacciono per anni, nei cassetti dei comuni, le varianti ai piani regolatori, permettendo così, paradossalmente nella legalità, di costruire dovunque e senza regole; e laddove i piani regolatori si rediggono, si pensano ad uso e consumo di amici e amici degli amici, per costruire mega parchi commerciali, o per consentire la costruzione di case e complessi residenziali in luoghi assurdi con la promessa della immancabile sanatoria. 

Come si può parlare di eccezionalità quando a Barcellona si è continuato a costruire in prossimità del torrente Longano, senza tener conto della preoccupante progressione degli eventi alluvionali. Un torrente Longano, per molti tratti cementificato e per altri tratti “coperto” da strade e quindi da cemento, cemento, cemento? A chi giova cementificare, costruire ponti, permettere abusi se non ad una classe politica che da sempre ha come obiettivo solo ed esclusivamente la propria rielezione? 

Cosa può importare ad una classe politica come quella di Barcellona (non diversa, per dire la verità, dalle altre) la relazione tecnica presentata da un geologo indipendente nel 2010 che indicava i rischi e proponeva soluzioni? (vedi allegato) L’indipendenza non paga; la dipendenza, specialmente quella politica e partitica si, caspita come paga: parcelle salatissime per studi di fattibilità su mega ponti irrealizzabili e aeroporti improbabili. 

Oggi si piangono i morti, le decine di case perdute per sempre e le altrettante attività produttive cessate definitivamente. E mano male che ci sono i volontari… Chiamatelo come volete ma per noi questo è un disastro di mafia, e le vittime sono vittime di mafia. E la prossima primavera a Barcellona ci sono le elezioni amministrative… 


Milazzo lì, 26/11/2011 

Per il Presidio Santo Laganà

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