Obblighi molto più “leggeri” e soprattutto meno pubblicità. Cioè meno trasparenza. Ecco il segreto delle fondazioni politiche. Niente di illegale, lo ripetiamo. Le fondazioni devono essenzialmente depositare il loro atto costitutivo e il loro statuto in Prefettura. Non esiste alcuna forma di pubblicità per i finanziamenti ottenuti. I cittadini e la stampa non hanno quindi alcuna possibilità di conoscere i bilanci, né l’elenco di chi contribuisce economicamente al sostentamento della fondazione. Tantomeno i nomi dei membri. A livello fiscale, soprattutto le fondazioni onlus che ricadono nella legge 460 del 1997, godono poi di altre agevolazioni, sia per le imposte dirette che per quelle indirette (sulle donazioni). Tra i sostenitori delle fondazioni italiane, molti ricordano che soggetti simili sono presenti in altri Paesi. Soprattutto Stati Uniti e Germania.
Vero fino a un certo punto. Ogni partito tedesco ha una sua fondazione (non una miriade di soggetti come in Italia). Le principali sono destinatarie di ingenti finanziamenti pubblici: 95 milioni nel 2011. Ma per i due terzi si tratta di somme elargite con un vincolo di progetto. Insomma, non si usano come si vuole e ci sono controlli ferrei. Di solito il denaro è utilizzato per iniziative educative, studi, attività sociali. Non solo: in Germania è chiaramente stabilito che i dirigenti delle fondazioni non possono essere gli stessi dei partiti. Ancora: sono codificate le attività che le fondazioni non possono svolgere, soprattutto in periodo elettorale (acquistare e distribuire pubblicistica del partito o riferibile ai suoi membri; produrre o diffondere materiale elettorale; finanziare annunci; utilizzare personale della fondazione fra i volontari o il personale attivo durante la campagna elettorale; tenere corsi finalizzati alla formazione di personale da utilizzare durante il periodo elettorale). Ma le fondazioni non possono trasferire denaro ai partiti. Ma l’elemento essenziale è la trasparenza: le fondazioni pubblicano sui siti internet i bilanci e l’elenco delle entrate e delle uscite.
da Il Fatto Quotidiano del 27 novembre 2011
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